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LETTURE D'ESTATE / Si può capire anche senza un dottorato

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4 agosto 2009

di Gianni Toniolo


Il ritmo della vacanza consente di evitare quella che Krugman chiama «economia da aeroporto», l'effimero bestseller che raccogliamo prima di un volo, sconsiglia ugualmente l'impegno in letture che richiedono un dottorato in economia.
Se siamo ancora interessati alla crisi, possiamo affidarci alla prosa colta e scorrevole di Marco Onado (I nodi al pettine. La crisi finanziaria e le regole non scritte, Laterza, 2009) o alle rigorose provocazioni di Alberto Alesina e Francesco Giavazzi (La crisi. Può la politica salvare il mondo?, Il Saggiatore, 2008).

Finalmente in italiano, il libro di Raghuram Rajan e Luigi Zingales, Salvare il capitalismo dai capitalisti (Einaudi tascabile, 2008), scritto in inglese prima della crisi, resta pieno di spunti intelligenti per chi non crede che lo stato sappia generare un sistema economico efficiente né desidera il ritorno dei mercati opachi di sempre, beneficio di pochi.
Per guardare, sotto l'ombrellone, alla crisi attuale uscendo dal provincialismo di chi non ha viaggiato nel tempo possiamo riprendere un libro di sei anni fa: Economia e pazzia. Crisi finanziarie di ieri e di oggi (Laterza, 2003) uscito dalla penna fresca e brillante di Fabrizio Galimberti che riesce a rendere godibili anche le crisi finanziarie.

Power and Plenty: Trade, War, and the World Economy in the Second Millennium (Princeton Up, 2008) di Ronald Findlay e Kevin H. O'Rourke, purtroppo non ancora in italiano, ricostruisce la storia dei legami commerciali tra le diverse aree del mondo dall'anno mille a oggi, sino a spingere lo sguardo agli scenari dei prossimi decenni. È il racconto, colto e rigoroso delle globalizzazioni propiziate da una Pax universale (la Mongolica, la Britannica, l'Americana) e delle deglobalizzazioni che si accompagnano all'implosione degli imperi, facendo scoprire, di passaggio, la bruciante attualità della via della seta.

Il valore etico della crescita. Sviluppo economico e progresso civile (Università Bocconi, 2008) di Benjamin Friedman mescola sapientemente economia e storia per ricordarci che senza sviluppo economico non sono possibili società democratiche, aperte e tolleranti.

La nascita dell'economia europea. Dalla svolta del 1945 alla sfida dell'innovazione (Il Saggiatore, 2009) di Barry Eichengreen racconta l'Europa economica dal dopoguerra a oggi, con molti interrogativi sul domani, in parte gli stessi che pone Ricchi per sempre? Una storia economica d'Italia (1796-2005) (Bollati Boringhieri, 2007) di Pierluigi Ciocca riguardo al nostro paese: un'economia di grande successo, da due decenni in malcelato affanno.
Chi non ha troppa paura di numeri e tabelle e vuole cominciare a capire seriamente da dove venga e dove stia andando l'economia cinese non abbia paura di buttarsi nelle 150 pagine di Angus Maddison (L'economia cinese. Una prospettiva millenaria, Pantarei 2006).
Sui futuri equilibri geoeconomici resta ancora utile L'Impero di Cindia. Cina, India e dintorni: la superpotenza asiatica da tre miliardi e mezzo di persone (Mondadori, 2007) per la penna brillante, curiosa, informata di Federico Rampini.

4 agosto 2009
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