Meglio un uovo oggi o la gallina domani? Le maggiori compagnie petrolifere mondiali non hanno avuto dubbi. Tutte, tranne una, hanno scelto l'uovo: ossia i dividendi, da distribuire a livelli inalterati o addirittura accresciuti (è il caso di Royal Dutch Shell, che li ha rimpolpati del 5%), a dispetto della recessione. Non importa se gli utili crollano, né se il cash flow si assottiglia, come nell'ultimo trimestre è accaduto a tutte le major. Non importa se per soddisfare le aspettative degli azionisti bisogna tagliare qualche costo in più, magari nelle risorse umane. O addirittura accrescere l'indebitamento di un miliardo di dollari nel giro di tre mesi, come ha fatto l'americana ConocoPhillips. Pazienza se la scure dei risparmi mortifica i progetti di esplorazione, già ridimensionati al punto da mettere a rischio la futura crescita dell'offerta di petrolio e gas. L'Eni – unica major ad aver avuto il coraggio di ridurre il dividendo a interim – è stata subito punita in Borsa, dove ha perso il 7,7 per cento. Ma chissà che domani non possa mettere in pentola una più sostanziosa gallina. (S. Bel.)