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L'insofferenza di quest'ultimo per le lungaggini parlamentari è nota. Il fatto che diventi via via più aspra è significativo di uno stato d'animo e anche di un modo di concepire il governo del Paese. Ma non c'è dubbio che il Pdl nasce con una contraddizione nel suo vertice.
Nessuno può sottovalutarla. Si può ricomporre, naturalmente. Ma occorrerebbe la volontà di fare del Pdl un partito compiuto, con i suoi programmi e le sue regole. Un partito capace di esprimere una cultura istituzionale matura, rinunciando in parte al carisma del leader.
Difficile credere che l'occasione del congresso ci darà questa sintesi. Ma si può sempre sperarlo.