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Berlusconi: «Tasse ridotte
con il federalismo fiscale»

di Barbara Fiammeri

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29 marzo 2009

ROMA - «Una visionaria follia mi ha guidato fin qui»: Silvio Berlusconi appena proclamato presidente sale sul palco del congresso fondativo del Popolo della libertà tornando a citare il suo Erasmo da Rotterdam. Il premier rilancia il suo messaggio del 1994, quello del sogno e del miracolo italiano, indicando le prossime missioni. Tra queste, come aveva chiesto Gianfranco Fini ieri, c'è anche la riforma della Costituzione. «La farfalla deve spiccare il volo, Fini ha ragione», conferma il premier rivolgendosi al presidente della Camera che non è però presente in sala (non c'è neppure il suo omologo al Senato).

«Non crediamo a riforme condivise»
Berlusconi però non crede come Fini a una riforma condivisa: «Dubitiamo della volonta della nostra controparte», dice riferendosi all'opposizione e in particolare al Pd. Per questo, annuncia, maggioranza e Governo andranno avanti comunque, cominciando dalla riforma dei regolamenti che ieri Fini aveva derubricato a semplice «anello».

Sì al rafforzamento dei poteri del premier
Il Cavaliere vuole il rafforzamento dei poteri del premier che oggi in Italia «sono finti», sostiene richiamando l'attenzione dei giornalisti straneri presenti in sala: «Sappiatelo, qui il capo del Governo può solo scrivere l'ordine del giorno del Consiglio dei ministri ed esercitare la propria moral suation, i suoi poteri sono quasi inesistenti». Berlusconi, pur senza dirlo, punta a un sistema di tipo presidenzialista. L'indicazione del premier da parte degli elettori non basta - spiga - ricordando il ribaltone successivo alla caduta del suo primo esecutivo e riproponendo i capisaldi della riforma costituzionale varata nel 2005 e poi "cancellata dalla sinistra" con il referendum.

«Il Pdl guiderà la terza ricostruzione d'Italia»
«Il Popolo della libertà guiderà la terza ricostruzione dell'Italia, dice offrendo alla platea «l'ultimissimo sondaggio di ieri sera». «Siamo oltre il 44% e puntiamo alla maggioranza assoluta». Il Cavaliere è già in campagna elettorale. «Il Pdl sarà il primo partito dell Ppe», insiste riferendosi all'appuntamento del 7 giugno con le europee alle quali «senza esitazioni mi impegnerò direttamente», annuncia rispondendo così al segretario del Pd Dario Franceschini che lo aveva invitato a non candidarsi. «Sì è una candidatura bandiera, dietro la quale un vero leader chiama a raccolta il suo popolo e sarebbe bene che il leader dell'opposzione, se esistesse un leader, facesse altrettanto».

«Usciremo dalla crisi e non lasceremo indietro nessuno»
Berlusconi si dice dice certo che «l'Italia uscirà dalla crisi e non lasceremo indietro nessuno». Non ci sono accenni ai temi toccati ieri da Fini. Nulla sulla legge sul testamento biologico, definita dall'ex leader di An «una legge da Stato etico»; nulla sul referendum elettorale, richiamato dal presidente della Camera per accelerare verso il bipartitismo. Berlusconi invece rivendica l'attuazione del federalismo fiscale che non è - sottolinea - «un tributo alla Lega di Bossi» e che consentirà di ridurre le tasse e responsabilizzare gli amministratori.

I progetti in cantiere
Torna poi a ricordare le altre azioni di Governo. In particolare si intrattene sui giovani anticipando che «nel piano casa ci saranno incentivi affinchè possano mettere su famiglia». Sulla scuola conferma il sostegno a quella privata e annuncia che che nei licei e negli istituti superiori ci sarà più inglese e digitalizzazione e quanto all'Università conferma la riduzione dei corsi di laurea e delle sedi poco frequentate. Parla anche di donne, di una «questione femminile» che il Governo intende affrontare ricordando allo stesso tempo che sono state varate già 7 leggi a favore delle donne.

Sì a nuovo forum sul clima
La nostra morale "è quella del fare" dice risottolineando gli interventi dell'esecutivo sulla pubblica amministrazione (cita espressamente il ministro Renato Brunetta), sulla crisi e sull' ambiente come avvenuto per l'energenza rifiuti. A questo prosito Berlusconi conferma la disponibilità a dar vita durante il G8 alla Maddalena a un nuovo forum sul clima come chiesto dal presidente degli Stati Uniti Barack Obama.

Un Pdl plurale, ma senza correnti
Il discorso del premier dura più di un'ora. Berlusconi vuole sul palco tutti i membri dell'ufficio di presidenza «con il quale condividerò le prossime scelte». Il Pdl sarà un partito plurale, in cui si confronteranno diverse sensibilità «ma senza correnti». Accanto al Cavaliere si affollano il nuovo vertice del Pdl. Berlusconi mette al centro del palco le quattro donne che ne fanno parte: Mariastella Gelmini, Mara Carfagna, Giorgia Meloni e Stefania Prestigiacomo. Parte l'inno alla gioia, seguito da quello di Mameli. «Vi nomino missionari di libertà»: il congresso fondativo del Pdl si è concluso.

29 marzo 2009
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