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Presidenza e direzione: la struttura del nuovo partito

di Riccardo Ferrazza

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29 marzo 2009

ROMA - Finisce con il palco affollato dai «big» del nuovo partito. A chiamarli accanto a lui, per l'ultimo atto del congresso fondativo del Pdl, è lo stesso Silvio Berlusconi, dopo un'ora di discorso preceduta dalla proclamazione a presidente nazionale. La sua, aveva annunciato poco prima il ministro Giorgia Meloni, è l'unica candidatura pervenuta (aggiungendo che la commissione di garanzia ne aveva «accertato la regolarità», un passaggio formale accompagnato da qualche sorriso in platea). Per ratificarla si è prima provata la strada dell'alzata di mano (che è poi in realtà del cartellino giallo consegnato a ogni delegato); poi per abbreviare le procedure si è deciso la semplice acclamazione.

Così, terminato il suo secondo e conclusivo intervento (il primo era stato pronunciato venerdì) Berlusconi ha voluto smorzare quell'impressione che ha accompagnato le tre giornate di assise di un solo uomo al comando. Ecco comparire, quindi, al suo fianco la nutrita schiera dei dirigenti del Popolo della libertà.

Lo Statuto - approvato stamattina dai 5.820 delegati con appena quattro voti contrari e cinque astenuti - prevede che ad affiancare il presidente del partito e a coadiuvarlo nelle scelte (tra cui nomine e cadidature) sia un ufficio di presidenza. Il primo organismo del Pdl è composto da 34 dirigenti: sono i ministri, i presidenti di regione, i sindaci (tutti ieri a fianco del premier) e anche il triumvirato dei coordinatori. Da tempo era noto che quest'ultimo sarebbe stato formato dal Ignazio La Russa (da oggi ex reggente di An), Denis Verdini (già coordinatore di Forza Italia) e Sandro Bondi (ministro della Cultura ma con una lunga militanza al vertice del partito azzurro). La nomima ufficiale spettava, però, a Berlusconi che tuttavia se ne è "dimentcato" una volta raggiunto da tutto il "gruppone". Si può dire, quindi, che la nomina dei coordinaitori sia avvenuta per chiamata sul palco.

La struttura di vertice del partito sarà completa solo con la Direzione nazionale, presieduta dal presidente e composta da 120 membri eletti dal Congresso «eventualmente anche con lista prevalentemente bloccata». Integrazione o completamento del plenum spetta al presidente e all'ufficio di presidenza.

Alla base c'è la distinzione tra aderenti e associati. I primi potranno votare ma non essere eletti, i secondi solo gli unici a potere esercitare entrambi i diritti (elettorato attivo e passivo). Infine, come indicato nello Statuto, per «allargare al massimo la partecipazione dei cittadini», il Pdl si avvarrà «delle opportunità offerte da internet». Una carta che potà risultare molto utile vista la forte presenza giovanile nei tre giorni alla Fiera di Roma.

29 marzo 2009
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