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Tremonti: «Crisi: non la fine del mondo, ma di un mondo»

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28 marzo 2009
Il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti


Stiamo attraversando «una terra incognita» e «stiamo percorrendo una via difficile», ma «tutti
possono essere sicuri di una cosa: faremo tutto il possibile per non lasciare indietro nessuno».
A dirlo è il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, nel suo intervento al congresso del Pdl, sottolineando: «Siamo al governo per servire gli italiani e non per servirci del governo».
«I dati negativi del presente - spiega il Ministro - dipendono dagli errori del passato e certo non si negano. Ma sono le aspettative positive sul futuro che dipendono da noi e sono queste le sole capaci di realizzarsi per il nostro bene nel futuro stesso. E' per questo - prosegue- che abbiamo insieme prudenza e fiducia, fede e speranza. Ed è per questo che vorrei fosse chiaro a tutti che non siamo al governo per servirci del governo. Siamo al Governo per servire l'Italia. Siamo al Governo per servire gli italiani. Nel mondo, in Europa, la politica fatta finora dal Governo Berlusconi viene considerata prudente e saggia. E saggia perché prudente. E continueremo a fare così». «Questa crisi non è la mezzanotte del mondo e non è la fine del mondo. È solo la fine di un mondo in cui ci si è illusi che la ricchezza potesse prodursi per magia, più a mezzo debito e finanza, che a mezzo lavoro», ha aggiunto Tremonti.

E sul Pdl non ha dubbi: «Noi siamo il partito della speranza contro il partito della paura, contro il partito di chi usa la paura. La nostra forza è nel non avere paura». E continua: «Dirò quello che vedo oggi e quello che spero per domani usando una formula che è insieme famosa e vecchissima, fino ad essere fatta da parole senza tempo: nella necessità l'unità, nel dubbio la libertà, verso tutti la carita». A proposito del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi dice: «una persona che nella sua avventura umana ha avuto ed ha la sorte di essere già nella storia e dentro una storia che non finisce ma continua». «Le forze politiche - prosegue - che nascono in base ad un patto di unione non devono mai e non possono essere mai solo la somma algebrica delle scrivanie e delle candidature, ma soprattutto un ideale in continuo divenire di pensiero e di azione. È così e deve essere così, perchè le forze politiche o servono nel loro insieme il bene comune o non servono affatto».

Tremonti sottolinea poi le radici "giudaico cristiane" dell'Italia: «Noi - dice il Ministro- non
condividiamo la visione per cui la storia ricomincia da capo ad ogni generazione. Noi non crediamo che il presente sia solo un punto di partenza, ma che sia anche un punto di arrivo. E questo perché, è stato detto: «Quando il passato non illumina più il futuro, lo spirito cammina nel buio». E sul federalismo il ministro dell'Economia dice: «serve per unire e non per dividere, per fare crescere le virtù civili e non per soffocarle con la peggiore politica, per avanzare nella solidarietà, perché chi ora ha di meno possa domani anche lui avere di più».

28 marzo 2009
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