BRUXELLES - Dalle elezioni esce un Europarlamento più conservatore, dominato in modo chiaro dal Partito popolare, che al momento dispone di 263 seggi. Oltre 100 in più dei socialisti, rimasti a 161 seggi a causa dell'emorragia d voti in Gran Bretagna, Spagna, Germania e Francia. Ma non è detto che la nuova Assemblea sarà più facile da governare, vista la frammentazione del quadro politico, i 91 seggi nel gruppo degli "altri" ancora da accasare (inclusi i 22 del Pd e i 28 dei conservatori britannici), la variabile dei rivigoriti verdi e la presenza di formazioni di estrema destra ed euroscettiche. In questo quadro, non sarà agevole far decollare il tradizionale "compromesso storico" tra popolari e socialisti che ha governato l'Assemblea nei momenti chiave dal ‘79.
Un verdetto però già si può cogliere. L'ampia affermazione dei popolari spiana la strada a una riconferma di José Manuel Barroso alla guida della Commissione europea, anche se il leader dell'alleanza liberal-democratica, il britannico Graham Watson cerca di frenare. Per la presidenza dell'Europarlamento i giochi sono invece aperti in casa dei popolari e il duello è tra l'italiano Mario Mauro dall'Italia e Jerzy Buzek dalla Polonia. Il peso preminente conservato da Cdu e Csu (sponsor del polacco) all'interno dei popolari sembra far pendere la bilancia per Buzek, ma molto dipenderà anche dalle rete di alleanze che si saprà tessere sul fronte italiano e dalla capacità di trovare eventuali adeguate contropartite per Varsavia.