ITALIA

 
 
 
Risultati in tempo reale
Gli aggiornamenti minuto per minuto con i dati del ministero dell'Interno
Affluenza a chiusura delle operazioni: 65,04%
Sezioni scrutinate : 64328 su 64328
IL POPOLO DELLA LIBERTA' % Seggi
35,26 29
PARTITO DEMOCRATICO    
26,13 21
LEGA NORD    
10,2 9
DI PIETRO ITALIA DEI VALORI    
8 7
UNIONE DI CENTRO    
6,51 5
 
Tutti i risultati delle Europee >>
 
HOME DEL DOSSIER
ITALIA
I conti di Bruxelles
EUROPA
FOTO - VIDEO

Strasburgo, l'Italia punta alla presidenza

dal nostro inviato Adriana Cerretelli

commenti - |  Condividi su: Facebook Twitter|vota su OKNOtizie|Stampa l'articoloInvia l'articolo|DiminuisciIngrandisci
4 giugno 2009

BRUXELLES - Magari alla fine in queste europee l'assenteismo non la farà da padrone, come molti temono. Magari non salterà nemmeno la governance dell'europarlamento che da decenni ruota sul "compromesso storico": il condominio di fatto tra popolari e socialisti, i due maggiori gruppi politici. Magari, 32 anni dopo la sua prima volta, l'Italia con il popolare Mario Mauro riconquisterà la presidenza dell'europarlamento.
Se ci riuscirà, sarà una première: il democristiano Emilio Colombo guidò infatti, tra il '77 e il '79, l'ultima assemblea di Strasburgo nominata a suffragio indiretto. La partita è ancora aperta: tutto dipenderà dall'esito delle europee, dal voto di questo lungo week-end elettorale.
Sono mesi che, dietro le quinte, il Governo Berlusconi sta manovrando per vincere il duello tra il proprio candidato e lo sfidante polacco, l'ex primo ministro Jerzy Buzek. La fusione Forza Italia-Alleanza nazionale e la nascita del Popolo della Libertà sono state la premessa indispensabile per provare a scalare il potere dentro il Ppe, il gruppo dei popolari europei di cui il Pdl è membro, e quindi riuscire a imporre la propria scelta.
Sulla carta un disegno quasi perfetto: nel Parlamento uscente i popolari erano, con 288 deputati, la formazione più numerosa, dominata dai tedeschi con la delegazione più forte (49) seguita dai conservatori inglesi (27) e poi da italiani e spagnoli alla pari (24 parlamentari ciascuno).
Secondo i sondaggi, i popolari resteranno sempre il primo gruppo ma al loro interno gli equilibri di forza potrebbero drasticamente cambiare. Prima di tutto per la diserzione dei Tories e dei cechi (14), che hanno deciso di formare un proprio gruppo. Poi perché i tedeschi, complice la crisi della Csu in Baviera, potrebbero vedere pesantemente ridimensionata la propria rappresentanza. Se questo sarà lo scenario, non è peregrina l'ipotesi che il Pdl, grazie alla confluenza dei voti della vecchia An, possa diventare il primo partito del gruppo. Soprattutto se davvero, come dicono certe proiezioni, riuscisse ad eleggere 40 euro-deputati su un totale nazionale di 72.
A queste condizioni sarebbe indubbiamente difficile dire no a Berlusconi e alla presidenza italiana con Mauro nella prima metà della legislatura quinquennale. Anche se la Polonia di Donald Tusk non sembra disposta a rinunciare facilmente. In aprile ha già dovuto ingoiare il rospo della mancata nomina del proprio candidato a segretario generale della Nato a favore del danese Anders Fogh Rasmussen. Il secondo schiaffo potrebbe essere ancora più duro da incassare, anche perché sembra che la Germania e tutti i paesi dell'Est preferirebbero Buzek a Mauro. Non fosse altro perché, prima che l'irruzione di Berlusconi sulla scena scompigliasse le carte, era stato già raggiunto un accordo informale tra Ppe e Pse per la spartizione della presidenza: la prima metà della legislatura al popolare Buzek, le seconda al socialista Martin Schultz.
Se l'Italia vincerà la mano di Strasburgo, si porrà il problema di una compensazione per Varsavia. Quale? Un portafoglio di peso nella nuova Commissione europea. Oppure se, come si spera, entrerà in vigore il nuovo Trattato di Lisbona, un'altra poltrona eccellente, magari come quella (rafforzata) di Javier Solana, l'attuale "ministro" degli Esteri europeo prossimo alla scadenza. In questo modo il gran duello italo-polacco finirebbe alla pari. Senza vincitori nè vinti. O quasi.
A deciderlo sarà il verdetto di oltre 375 milioni di elettori europei. Che si annuncia carico di incognite più che di certezze. L'assenteismo sembra in ritirata rispetto al picco di una media europea del 66% annunciata dall'Eurobarometro alcune settimane fa. Nessuno però si fa troppe illusioni. La crisi economica, che esaspera quella sociale con un esercito di disoccupati in costante espansione, sembra fatta apposta per confondere le idee e carburare l'anti-europeismo, i riflessi nazionalisti, protezionisti e xenofobi.
Invece dell'idraulico polacco, che silurò la ratifica della Costituzione europea, oggi in Francia è il camionista bulgaro ad alimentare il voto estremista, a destra come a sinistra. E così quasi ovunque, dall'Inghilterra all'Olanda per finire nei paesi dell'Est. Poco male se il fenomeno resterà contenuto. Altrimenti il rischio sarà un europarlamento allo sbando, annientato nei suoi poteri dal governo dell'anarchia. Presidenza italiana o no.

4 giugno 2009
© RIPRODUZIONE RISERVATA
RISULTATI
0
0 VOTI
Stampa l'articoloInvia l'articolo | DiminuisciIngrandisci Condividi su: Facebook FacebookTwitter Twitter|Vota su OkNotizie OKNOtizie|Altri YahooLinkedInWikio

L'informazione del Sole 24 Ore sul tuo cellulare
Abbonati a
Inserisci qui il tuo numero
   
L'informazione del Sole 24 Ore nella tua e-mail
Inscriviti alla NEWSLETTER
Effettua il login o avvia la registrazione.
 
 
 
 
 
 
 
 
Cerca quotazione - Tempo Reale  
- Listino personale
- Portfolio
- Euribor
 
 
 
Oggi + Inviati + Visti + Votati
 

-Annunci-