Un vincitore vero e uno morale. Le europee in Francia hanno da un lato premiato la destra al potere, le cui politiche anti-crisi non devono essere poi cosi' male nonostante i numerosi (e ultramediatizzati) focolai di tensione sociale emersi nei mesi scorsi. Il risultato dell'UMP di Nicolas Sarkozy è un successo senza ambiguità e incertezze, dovuto anche a una presidenza di turno dell'UE pressoché impeccabile. Dall'altro, le elezioni premiano la coerenza di Europe Ecologie, la lista verde guidata da Daniel Cohn-Bendit, icona del 68 che ha saputo emanciparsi dalle posizioni massimaliste di gioventu' per approdare a un ambientalismo concreto, pragmatico, maturo e post-ideologico, perfettamente contestualizzato nei piani di rilancio economico. Il suo successo vuol dire che la sinistra non è morta quando è capace di rinnovarsi. Semmai sono i socialisti francesi, di questo passo, incapaci perfino di salire sul treno della nuova ecologia, a rischiare l'estinzione. Almeno fino a quando continueranno a parlare, come ha sottolineato uno dei suoi leader più autocritici, Manuel Valls, "una lingua morta", poco parlata e ancor meno ascoltata.