Filo diretto con il presidente della Camera. Gianfranco Fini ha risposto in diretta alle domande dei cittadini in video-chat. Prima risposta sulle elezioni europee. «È un errore non andare a votare», ha risposto il presidente della Camera a Giuseppe di Ancona che nella e-mail inviata sottolineava che ancora non riesce a sentire nella sua vita «una qualche incidenza reale dell'esistenza di una unione tra Stati europei. E se non andassi a votare?», ha detto Giuseppe. Fini ha sottolineato che «è nel diritto dei cittadini non andare a votare, ma è un errore perché l'incidenza dell'Ue nella vita italiana c'è stata ed è importante».
Ad ampio raggio le domande chei si susseguono: la vicenda Fiat, sulla quale Fini ha sottolineato la «capacità dell'Italia quando crede in se stessa di riuscire a correre e a battere gli altri»; i referendum di giugno («Personalmente voterò e voterò sì»), il riaccompagnamento dei barconi degli immigrati illegali nei luoghi di provenienza. «È una questione complicata. Il respingimento degli immigrati prima che entrino nel territorio - ha detto Fini - non è in contrasto con i diritti fondamentali dell'uomo nè con le linee guida internazionali. Il problema è che il respingimento non sempre rende possibile la verifica dell'esistenza per alcune persone del diritto di avanzare la richiesta di asilo politico».
«Non può essere accolta», ha detto Fini rispondendo a Luciana da Padova, la richiesta leghista di riservare delle carrozze della metropolitana milanese solo ai milanesi, «perché viola uno dei principi fondamentali della Costituzione e anche la carta dei diritti universali dell'uomo che è il
principio di non discriminazione».
Dopo le ultime vicende accadute in Afghanistan, ha detto Fini rispondendo alla domanda di Luigi da Venezia, la posizione dell'Italia rispetto alle missioni di pace non deve cambiare, «perchè sono Paesi martoriati da tanti anni di guerre civili, di dittature, di lotte tribali, che faticano ad uscire dall'emergenza. Se li abbandoniamo a loro stessi non soltanto li condanniamo a regredire ma esponiamo anche noi stessi a ulteriori rischi e pericoli».
Non è mancata una domanda sul calcio. Bologna in serie b? E il presidente Fini: «Il tifo per una squadra di calcio è una malattia infantile». Dalla quale non si guarisce. «Il mio amore per la
squadra rosso blu é rimasto, anche se ultimamente é causa più di dolore che di gioia». Poi il Grande fratello. Non mi piace, ha detto Fini, ma il presidente della Camera lo ha guardato perché é diventato oggetto di un dibattito politico culturale. «È un tipo di format che non mi piace perché dell'uso della tv una concezione più tradizionale». Ma tutti i ragazzi sono ignoranti? «Non tutti. E comunque la colpa dell'ignoranza di alcuni non é della tv o del Grande fratello. Quelli sono solo uno specchio della società. Il problema si pone nelle scuole».
Si tratta del terzo appuntamento online con i cittadini: Fini aveva giò risposto alla domande il 1° dicembre 2008 e il 17 febbraio 2009. La diretta video è stata trasmessa sul sito del Sole 24 Ore.
