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Da Twitter a Slideshare, l'influenza versione 2.0

di Luigi dell'Olio

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24 settembre 2009

L'organizzazione governativa che utilizza Twitter per aggiornare in tempo reale i cittadini americani sull'evoluzione della influenza suina e sui comportamenti virtuosi per minimizzare i rischi di contagio. Le compagnie assicurative e le organizzazioni sanitarie che pubblicano su Slideshare le presentazioni di convegni e tavole rotonde in cui esperti della materia confrontano i pareri. Infine blog e forum in cui ogni utente dice la sua ed è facile imbattersi in autoproclamatisi esperti che, per leggerezza o cinismo, fanno disinformazione, trovando sempre qualcuno disposto ad ascoltarli e agire da cassa di risonanza. La prima pandemia nell'era del Web 2.0 deve fare i conti con le opportunità e i rischi offerti dai nuovi canali di comunicazione. Con dinamiche simili a quelle conosciute in passato, ma una capacità di diffusione di gran lunga maggior

Twitter focolaio della nuova influenza?
"Twitter è diventato un focolaio della nuova influenza" e "Twitter regno della disinformazione" sono due delle accuse più diffuse in questi giorni dai blogger che contestano il ruolo giocato dal sistema di microblogging. Perché la fama conquistata dal sito negli ultimi mesi gli ha assicurato anche un livello crescente di credibilità, sebbene l'informazione sia libera di viaggiare senza limiti, e quindi senza filtri sulla veridicità dei contenuti. Tanto che alcuni analisti hanno attribuito proprio a questo servizio la responsabilità di aver amplificato l'allarmismo – poi rivelatosi ingiustificato – sulla carne suina.
"Niente di nuovo sotto il sole: da sempre le notizie corrono più veloci delle buone e questo vale anche nell'epoca del Web 2.0", si è limitato a dire Al Tompkins (docente di giornalismo online al Poynter Institute), nel corso di un'intervista alla Cnn. Del resto, come per ogni fenomeno sociale, le due facce della medaglia si muovono in parallelo: così proprio Twitter è stato scelto come canale privilegiato per dialogare con i cittadini dal Centers for Disease Control and Prevention (Cdc), organismo governativo degli Stati Uniti con sede ad Atlanta, che ha il compito di monitorare, prevenire e suggerire gli interventi più appropriati in caso di epidemie. L'istituzione aggiorna in tempo reale cittadini e aziende attraverso il proprio canale (http://twitter.com/CDCEmergency), che nelle ultime settimane ha registrato un boom di visite. Glen Nowak, responsabile comunicazione di Cdc, ha gettato acqua sul fuoco delle polemiche: "Ci sono stati eccessi, ma l'interesse dei cittadini per la propria salute è un atteggiamento positivo, che non va scoraggiato", si legge in un suo commento all'iniziativa.

Tra presentazioni e video, l'informazione per le aziende
Google non ha voluto essere da meno. Cliccando su questo link, è possibile accedere alla mappa mondiale con tutti i casi segnalati nell'ultimo mese e il numero dei decessi. In rosa sono i casi sospetti, in viola quelli confermati.
Di taglio più istituzionale è il materiale presente su un altro canale in rapida crescita come Slideshare. Il programma che consente di postare e condividere diapositive e presentazioni offre una marea di informazioni provenienti da convegni e guide aziendali sul tema. Come il "Pandemic Resilience Planning" (http://www.slideshare.net/thecbi/cbi-swine-flu-seminar-hugh-morris) messo a punto dal broker assicurativo Marsh, con indicazioni su come garantire la continuità del business anche in caso di emergenza.
Guarda alle aziende, alle possibili ricadute della pandemia e alle strategie per garantire la business continuity il video realizzato da Quinnian Health (compagnia specializzata in servizi per la salute) e caricato su Youtube (http://www.youtube.com/watch?v=91GqwHqnWhc), puntando soprattutto su istruzioni per organizzare riunioni in videoconferenza e garantire il telelavoro per i dipendenti-chiave eventualmente costretti a letto con la febbre.
Per la comunicazione interna, invece, le aziende italiane e non preferiscono affidarsi a un canale simbolo del Web tradizionale come l'Intranet. Una piattaforma in cui condividere informazioni e strategie, ma lontano da occhi indiscreti.

24 settembre 2009
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