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Virus Influenza A: sintomi e news sulla nuova influenza H1N1

 
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Sprint delle imprese sugli interventi anti-influenza A

di Antonietta Demurtas

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15 Novembre 2009

In Italia i morti per influenza A sono arrivati a 54, dopo la giornata nera di ieri che ha registrato ben 6 decessi. Secondo i dati parziali forniti dall'Istituto superiore di sanità, finora sono state vaccinate circa 150 mila persone, mentre sarebbero 736 mila i nuovi contagiati, che fanno salire a 1,5 milioni il numero di malati registrati finora.
Se questi sono i numeri macro, davanti al timore che un'eventuale pandemia influenzale mandi in tilt il sistema produttivo, molte aziende stanno correndo ai ripari mettendo in atto piani e strategie mirate per non farsi cogliere impreparate. A partire dai gruppi internazionali come l'Oreal, che vanta un piano di emergenza e prevenzione top secret. Poi c'è Bacardi Martini che ad ottobre ha creato un pandemic team, applicato in Italia dalla controllata Martini&Rossi attraverso un pool di sette persone con il compito di tutelare i 400 dipendenti. Su volantini, cartelli, bacheche, tovagliette della mensa, il vademecum è: non scambiarsi oggetti, coprirsi naso e bocca per starnutire, rivolgersi al medico in caso di malessere, rientrare a lavoro solo ad avvenuta guarigione.
«Monitoriamo l'assenteismo per malattia, in modo da cogliere eventuali incrementi sospetti; offriamo la vaccinazione e facciamo un lavoro di benchmark per confrontarci con le misure delle altre aziende», spiega Massimo Giuliberti, direttore del personale Martini&Rossi. Importanti sono gli accordi presi con le società di lavoro interinale: laddove il telelavoro per il personale malato non fosse sufficiente, si faranno entrare nuove risorse per brevi periodi.
«Molti responsabili delle risorse umane, infatti, stanno preparando elenchi di persone che hanno già lavorato in azienda e che, conoscendo il mestiere, possono rimpiazzare i dipendenti in caso di emergenza pandemia», spiega Roberto Savini Zangrandi, presidente dell'Associazione italiana per la direzione del personale(Aidp). «Ricorrere allo straordinario, dare alcune attività in outsourcing e inserire persone esterne per brevi periodi sono le misure più comuni da mettere in campo», continua Zangrandi.
A difendere i suoi 155 mila dipendenti con un piano pandemico aziendale attivo da agosto è anche la Ferrero. I cinque componenti del team pandemia si occupano di gestire i vari step, individuando quei dipendenti le cui mansioni risultano imprescindibili. In casi estremi il telelavoro potrebbe interessare fino ai 2/3 dei lavoratori. Per questo l'azienda, oltre a comprare saponi battericidi, sta acquistando computer portatili in grado di far lavorare i dipendenti in remoto. Maggiori difficoltà ci sarebbero invece nei comparti produttivi del colosso dolciario dove le linee di automazione richiedono la presenza degli operai. In questo caso la continuità verrebbe garantita con la rotazione del personale.
«Abbiamo ipotizzato scenari apocalittici con assenze che arrivano al 40% della forza lavoro» racconta a sua volta Antonio Giacomucci, responsabile della sostenibilità per Abb Italia. Casi estremi che è comunque meglio immaginare: il turn over con dipendenti interni è la prima carta da giocare, il telelavoro la seconda. Tutte decisioni riguardanti i 5.500 dipendenti che saranno prese dal country crisis response team, responsabile anche per eventuali limitazioni del servizio mensa, riduzione delle riunioni e chiusura delle aree comuni.
Né telelavoro né agenzie interinali sono previste dal piano antinfluenza del gruppo Coop Centro Italia: «In caso di pandemia ricorreremo a sostituire il personale malato con i lavoratori che già impieghiamo durante alcuni periodi come quello natalizio» spiega il vicepresidente Gianni Barbetti, secondo il quale la misura più importante per garantire la sicurezza di clienti e lavoratori è il rispetto delle norme igieniche. L'uso di detergenti specifici antibatterici per le pulizie, la disponibilità di salviette igienizzanti, la distribuzione di mascherine monouso sono, infatti, accortezze che le aziende hanno già preso, nella speranza di lavare via il pericolo.

15 Novembre 2009
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