Kings of Convenience, «Quiet is the new loud», 2001
Sì, è da poco uscito il terzo album firmato da questi «Simon and Garfunkel» norvegesi. Noi però preferiamo ancora l'esordio. Fresco e leggero come il classico «Toxic girl». Per rintanarsi sotto un piumone di chitarre in attesa del bel tempo.
Dente, «L'amore non è bello», 2009
Terzo album di Giuseppe Peveri in arte Dente, uno dei più promettenti cantautori nostrani. Al prossimo Mei (a Faenza dal 27 al 29 novembre) sarà premiato come miglior album indipendente dell'anno. Quasi un Lucio Battisti con il sorriso di chi non si prende troppo sul serio. Vitaminico.
Sulutumana, «Decanter», 2005
Quinto album nonché capolavoro della folk band lombarda guidata dal cantante Gian Battista Galli. Dieci tracce tra jazz e letteratura («Anam-Ji» è ispirata al libro di Tiziano Terzani «Un altro giro di giostra») con il sapore delle stagioni. Naturalmente antivirale come un buon bicchiere di vino rosso.
Who, «Tommy», 1969
Superclassico della band inglese guidata da Pete Townshend, è una delle prime rock opera. Racconta di un bambino cieco, muto e sordo che si scopre mago del flipper e diventa una sorta di messia. Fino alla rinascita finale. Tirare su il cuscino e tenere d'occhio i testi. Da brividi.
Bruce Springsteen, «We shall overcome: the Seeger sessions», 2006
Il Boss rifà il folk del buon vecchio Pete Seeger. Ne vien fuori il suo album migliore degli ultimi tempi. Sfebbrante come una compressa di paracetamolo. E già quando attacca con «Oh, Mary, don't you weep», ecco che le forze cominciano a tornare.