I dati che arrivano da Praga, sul numero di casi attesi legati all'influenza A e anche sul possibile tasso di letalità, sono certamente sovrastimati. Lo afferma Gianni Rezza, epidemiologo dell'Istituto di malattie infettive dell'Istituto superiore di Sanità che si mostra perplesso riguardo ai numeri forniti dal virologo Fabrizio Pregliasco, che ha parlato di 12 milioni di casi attesi, ipotizzando anche una stima dei decessi possibili che va dai 12 mila ai 92 mila nel peggiore dei casi, e prova a tracciare il punto della situazione italiana.
«Credo che quei 12 milioni di casi attesi - spiega - si riferiscano alle stime che sono venute fuori dal modello matematico realizzato in passato dal ministero della Salute. Solo che erano cifre che non tenevano conto dell'arrivo del vaccino, grazie al quale i pazienti colpiti sono stimati intorno ai 3-4 milioni». Riguardo invece al tasso di letalità, prosegue Rezza, «a parte il fatto che mi sembra molto alto, credo che queste stime siano state fatte sulla base dei casi stimati e non di quelli calcolati che sono meno della metà».