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Al via con tre novità: credito scolastico, condotta e pubblicazione dei voti

di Luigi Illiano

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20 giugno 2009

L'appuntamento con la maturità targata 2009 è per giovedì 25 giugno, quando 500mila studenti si misureranno con la prima prova scritta, quella di italiano. Intanto, il ministero dell'Istruzione, nei giorni scorsi, ha diffuso le proiezioni sui non ammessi alla prova finale: 28mila ragazzi, l'1,6% in più rispetto allo scorso anno. Le commissioni saranno composte da sette componenti: un presidente e tre commissari esterni, più tre docenti della classe. Mobilitati 37mila commissari esterni e 12mila presidenti. Per fronteggiare circa 800 indirizzi didattici, con altrettante prove differenziate.

Novità
Due le novità che caratterizzano gli esami di Stato del 2009. Prima di tutto il nuovo peso del voto in condotta: per chi è arrivato con il 5 allo scrutinio è scattata, in automatico, la non ammissione; poi, il voto ha concorso a fare media nella valutazione. In pratica, con un punteggio alto (da 7 a 10) è stato possibile riequilibrare qualche insufficienza in altre materie e incassare l'ammissione alla maturità, quasi per "buona condotta". La seconda novità riguarda il credito scolastico: i punti a disposizione per valutare l'ultimo triennio sono aumentati da 20 a 25. Per il resto, il meccanismo è rimasto uguale a quello applicato lo scorso anno.

Un altro cambiamento, esterno alla sessione d'esame ma non del tutto secondario è il ritorno alla pubblicazione dei voti finali. Il punteggio, quindi, sarà affisso all'albo e visibile a tutti, come accadeva in passato. Soltanto il mancato ottenimento della maturità sarà indicato con la dicitura "esito negativo". Decisione adottata in sintonia con il Garante della privacy. Lo scorso anno, invece, secondo quanto stabilito dal ministro Giuseppe Fioroni, ci si limitava a indicare "esito positivo" e, per i respinti, "esito negativo". Per conoscere il punteggio bisognava rivolgersi alle segreterie degli istituti.

Prove e punteggi
Prima prova scritta il 25 giugno alle 8 e 30. Si tratta del test che punta ad accertare la padronanza della lingua italiana. Le tipologie previste sono invariate: analisi di un testo letterario; produzione di un saggio breve o di un articolo di giornale; tema storico; tema di ordine generale. La seconda prova scritta, in programma venerdì 26 giugno, è incentrata su una materia che caratterizza il corso di studi.

La terza prova, in calendario lunedì 29 giugno, e di natura interdisciplinare, verte su un massimo di cinque materie e si svolge attraverso risposte a quesiti o nella soluzione di problemi o di casi pratici e professionali o nello sviluppo di progetti. E' strutturata anche per consentire, di norma, l'accertamento della conoscenza di una lingua straniera.

Il colloquio, che conclude la verifica, punta a valutare le competenze acquisite nell'ultimo anno del corso di studi. Si svolge su argomenti di interesse multidisciplinare attinenti ai programmi e al lavoro didattico del quinto anno. E' possibile presentare una tesina, anche in formato multimediale. Durante il colloquio, inoltre, saranno sviluppati argomenti individuati dalla commissione e discusse le prove scritte prodotte.

I punti a disposizione per la valutazione sono 100, così suddivisi: 25 punti di credito scolastico; 15 per ognuna delle tre prove scritte; 30 per il colloquio. C'è un bonus massimo di 5 punti per coloro che approdano alla maturità con almeno 15 punti di credito e raggiungono quota 70 nelle prove d'esame. Infine, la commissione ha la possibilità di attribuire la lode a coloro che arrivano al massimo punteggio (100 centesimi). La sufficienza nelle prove scritte è fissata a 10 punti e nel colloquio a 20. Per quella finale sarà necessario strappare almeno 60 punti. La media dei diplomati è sempre altissima, lo scorso anno ha superato il 97 per cento.

La «falla»
Il meccanismo degli esami di maturità ha una «falla» che favorisce i candidati esterni, molti provenienti dagli istituti privati: per questi studenti è possibile accedere alla maturità direttamente, ossia senza passare per il giudizio di ammissione, se in possesso della promozione al quinto anno. Una scorciatoia lasciata aperta dal Governo Prodi e non chiusa dal ministro Gelmini. Anomalia che, al di là dello schieramento di maggioranza a Palazzo Chigi, è in evidente contraddizione con qualsiasi discorso sul rigore.

20 giugno 2009
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