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Il nuovo «nemico» di Berlusconi

di Elysa Fazzino

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26 ottobre 2009

I più attenti e tempestivi sono i siti dei media spagnoli e francesi: la notizia che Pier Luigi Bersani è il nuovo leader del Partito democratico è subito rilanciata sulle homepage delle edizioni online di giornali come El Mundo, El Pais, Le Monde, Le Figaro.

Bersani è «il nuovo nemico di Berlusconi», titola lo spagnolo El Mundo, mettendo in evidenza che ha vinto le primarie con la maggioranza assoluta e un'alta partecipazione. Ma l'elezione di Bersani «scatena una nuova crisi nella tribolata opposizione» di centrosinistra. «Il primo effetto della vittoria di Bersani non sembra lusinghiero», scrive la corrispondente Irene Velasco: nel Pd in «piena crisi ideologica» e in preda a battaglie interne, secondo El Mundo, «tutto indica che la sua elezione scatenerà uno scisma che finirà con una dolorosa scissione». Bersani è un ex comunista, non ha problemi a dichiararsi di sinistra e il settore centrista democristiano del Pd si è messo di traverso. Già si dà per scontato che Francesco Rutelli abbandonerà la barca.

Per El Pais è una «missione impossibile» quella che attende «l'ex comunista Bersani, nuovo leader della sinistra italiana»: deve cercare di «dare unità e forza alle sue fila poco omogenee di fronte a Silvio Berlusconi». L'alta partecipazione – osserva Miguel Mora - torna a far respirare gli organizzatori del Pd, «almeno per un giorno»: «Se uno degli obiettivi dichiarati era di mobilitare e risvegliare l'elettorato, sembra ci siano riusciti». Il problema ora è che cosa faranno i cattolici del partito: se il Pd comincia a perdere fiato, le primarie che Bersani ha definito come un nuovo principio potrebbero rivelarsi solo una partenza a vuoto. Il sito del quotidiano spagnolo Abc titola «Nuovo volto per la sinistra italiana», precisando che si tratta di un veterano della politica della sinistra italiana. Dopo due anni segnati da scontri e dimissioni, «ieri gli italiani sono tornati a credere nel progetto del grande partito di opposizione a Silvio Berlusconi», scrive Veronica Becerril.

Il quotidiano francese Le Monde sottolinea che il «nuovo capo della sinistra italiana» avrà sul tavolo la questione morale, «che mina il partito» e il problema della linea politica, soprattutto sulle questioni sociali. «Il voto secondo coscienza accordato agli eletti – nota Philippe Ridet - maschera spesso un'incapacità di decidere tra i laici venuti dal Pci e i cattolici eredi della defunta Democrazia cristiana». In positivo, il Partito democratico «ha dimostrato la sua vitalità e la sua capacità di mobilitazione nonostante l'onnipresenza mediatica del Cavaliere». Criticato per la sua «mollezza» e la sua «ambiguità», e anche se ha conosciuto solo sconfitte, «il Pd resta un'offerta politica attraente». Per Bersani, il primo scoglio saranno le elezioni regionali del prossimo marzo.

Le Figaro mette sulla prima pagina del sito web il titolo: «Italia; nuovo capo per il Partito democratico». Circa 3 milioni di elettori e simpatizzanti – si legge nel servizio Afp - hanno scelto Bersani, «uomo d'apparato ed ex ministro», come nuovo capo nella speranza che rimetta in ordine di battaglia il centrosinistra di fronte a Berlusconi. Il voto – continua - «non sembra avere sofferto per le dimissioni, sabato, di Piero Marrazzo», governatore del Lazio, immischiato in una faccenda di condotta morale. Les Echos titola «Il Partito democratico sceglie Bersani per un fronte anti-Berlusconi». Si tratta sempre dell'Afp, che conclude: «Lo scrutinio era dunque cruciale per il Pd …per tornare a essere punta di lancia del fronte anti-Berlusconi» con all'orizzonte un primo test, le regionali del 2010.

Le primarie del Pd hanno finora meno eco sui siti dei media anglosassoni. «L'opposizione italiana elegge ex ministro come leader», titola sul web il New York Times, che pubblica un servizio Reuters. Sul voto rischiava di pesare l'ombra della vicenda Marrazzo, ma «lo scandalo non ha scalfito l'impegno degli elettori e la partecipazione è stata più alta del previsto». Bersani – si legge nell'articolo – è considerato più aperto di Dario Franceschini a forgiare alleanze con altri partiti di opposizione come il partito centrista cattolico Udc. L'ombra dello scandalo era in evidenza in un lancio Ap della vigilia, ripreso da Usa Today e altri siti Usa. Il britannico Guardian ieri aveva il titolo: «L'opposizione italiana vota per leader, in mezzo a scandalo». La vicenda di Marrazzo è stata «l'ultimo colpo per un partito che resta dietro a Berlusconi nei sondaggi», osservava John Hooper. Il vincitore avrà «il non invidiabile compito» di cercare di spodestare Berlusconi.

26 ottobre 2009
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