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Bersani: le imprese nel mio progetto

di Fabrizio Forquet

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6 Ottobre 2009

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Quello dell'abbattimento della pressione fiscale può essere un tema del partito nuovo che avete in mente?

Assolutamente sì, le tasse sul lavoro vanno ridotte. E in particolare su redditi medio-bassi.

Qualcuno nel partito la critica sostenendo che lei voglia tornare a un soggetto socialdemocratico classico.

Se ci fosse meno pigrizia si coglierebbe che nel '94 ero presidente dell'Emilia Romagna e lanciai il "progetto democratico", che poi divenne lista alle elezioni del '95. L'idea di attraversare le colonne d'Ercole della tradizione ce l'ho e credo di averlo anche dimostrato.

È una risposta a Veltroni?

Non è una risposta a nessuno. Il mio progetto guarda a avanti. Unisce i temi sociale, civico e liberale in un grande partito popolare.

E gli autonomi? E le piccole imprese? Come le raggiungerete?

Innanzitutto non dicendo che le abbiamo azzeccate tutte.

Riecco la polemica con Veltroni.

Eppoi riconoscendo che, nella crisi, lavoratori e imprenditori si sono molto avvicinati, perché nella globalizzazione sei su una barchetta in mezzo ai flutti e questo crea una necessità di dialogo tra tutti. L'imprenditore che sta nelle regole fa pienamente parte del nostro progetto. Ci vuole un nuovo patto economico-fiscale, dove noi registriamo la centralità del sistema delle piccole e medie imprese.

Basterà a convincere quei ceti?

Lo spero, ma serve anche reciprocità. Per un commerciante è giustamente importante il livello di fiscalità e burocrazia, ma è anche importante quanti soldi ha la gente che gli arriva davanti al negozio. Se la ricchezza viene distribuita meglio ci sarà più benessere per tutti. Questo va capito. Noi abbiamo peccato qualche volta per illuminismo, ma un recupero di civismo serve.

Su welfare e pensioni la socialdemocrazia in tutta Europa mostra segni di invecchiamento.

C'è una questione pensionistica vera. Chi oggi è giovane rischia di avere una pensione da fame. Dobbiamo riflettere se queste due gambe che abbiamo inventato siano sufficienti. Serve più redistribuzione.

Sentiremo da voi una parola finalmente chiara sull'allungamento dell'età della pensione?

Non è questa la cosa più urgente. Io sono per favorire un allungamento su base volontaria, ma il problema è quello delle pensioni dei giovani.

Per i giovani c'è anche un problema di accesso al lavoro. Lei è favorevole al contratto unico?

Attenti agli slogan, ma una soluzione contrattuale più unificata che garantisca l'ingresso, che crei meccanismi di convenienza per processi di stabilizzazione, è assolutamente prioritaria. Ci sono varie proposte sul tavolo, una sintesi si può trovare.

E la partecipazione dei lavoratori agli utili delle imprese?

Ho delle perplessità. Un lavoratore che già ha la sua vita in azienda deve metterci anche i quattro soldi che ha?

Non è che su questo tema sente la pressione della Cgil?

Il Pd non si farà tirare la giacca dal sindacato. Abbiamo una nostra visione della società. In cui per esempio c'è un ruolo forte della contrattazione decentrata. Come c'è ampio spazio per forme di bilateralità. Il mio Pd avrà sui temi del lavoro e dell'impresa una posizione autonoma e dialogante con tutti.

La Fiom deve tornare al tavolo del contratto dei meccanici?

Nella situazione in cui ci troviamo tutti dovrebbero fare uno sforzo per riprendere la discussione. Nessuno ha da guadagnare dalla rottura. Io sono per una ricomposizione. Ma vorrei innanzi tutto che il governo si convinca che è meglio che le forze sociali dialoghino: quando un governo lavora sul serio per l'unità ci arriva, quando lavora per dividerle ci arriva lo stesso.

DICE DI LORO

Walter Veltroni
Ex segretario del Pd
«Se ci fosse meno pigrizia si coglierebbe che nel '94, da presidente dell'Emilia Romagna, lanciai il 'progetto democratico'»


Giulio Tremonti
Ministro dell'Economia
«Non si può dire: ora una tabellina e poi, quando incasserò i soldi di un condono, farò un decreto con le misure vere»


Maurizio Sacconi
Ministro del Lavoro
«Vorrei che il governo si convinca che è meglio che le forze sociali dialoghino: sbagliato lavorare a dividerle»

6 Ottobre 2009
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