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Un aiuto alla ricostruzione di Fontavignone: l'iniziativa del Sole

di Monica D'Ascenzo

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6 luglio 2009

Tra Maria Parisini, classe 1914, e Stefano Lucantonio, classe 1993, c'è tutta la popolazione di Fonteavignone, frazione di Rocca di Mezzo (Aq). D'inverno 38 anime, comprese le sei badanti rumene, d'estate si raggiunge il picco dell'anno: un centinaio di famiglie, per lo più emigranti di seconda generazione. Da aprile vivono tutti nella tendopoli montata nel campo da tennis e aspettano che la burocrazia faccia il proprio corso per cominciare i lavori di restauro e rientrare nelle case, perché qui d'inverno la temperatura scende a -10° e nevica da dicembre a marzo. La vera emergenza è però l'assoluta mancanza di spazi pubblici. Alla "Fonte" (come la chiamano gli abitanti) non ci sono né bar né negozi. I luoghi di ritrovo erano le due chiese, la casa canonica, l'ambulatorio per le visite e la sede della pro loco. Nessuno di questi edifici è più agibile. «Ci serve ricostruire almeno una sala comune perché il paese non muoia» spiega Vincenzo Lucantonio, laureando in ingegneria civile che si sta occupando delle pratiche per la ricostruzione.

Fra i tavoli della sala comune i bambini giocavano a rincorrersi mentre i ragazzi guardavano le partite, gli adulti giocavano a carte, i più attivi organizzavano feste e progetti. Il borgo è noto nel circondario per la vivacità "intellettuale": dal calendario con le foto storiche del paese (il 2010 sarà dedicato agli emigranti e ai minatori) all'edizione dell'obsoletario montanaro (una sorta di dizionario del dialetto locale), alla realizzazione dell'albero genealogico del paese a partire dal 1600 attraverso lo studio di documenti e archivi di stato, oltre all'organizzazione delle feste di paese. Feste che quest'anno subiranno alcune variazioni vista l'inagibilità dei vicoli. La macchina organizzativa però non si ferma tanto che domenica 12 luglio l'associazione riunirà gli iscritti nella tendopoli per organizzare la stagione estiva. Naturalmente tutte le attività non sarebbero possibili senza il supporto degli emigranti di seconda e terza generazione, che sparsi per il mondo dagli Stati Uniti all'Australia restano in contatto attraverso il sito web e il forum.

I giornalisti del Sole 24 Ore che hanno curato il Rapporto Abruzzo (tutti abruzzesi o inviati per il terremoto) stanno aiutando i fontanari a contattare enti e aziende in grado di contribuire alla ricostruzione. Il primo obiettivo è far arrivare una casetta di legno anti-sismica per ricreare un luogo d'incontro. Sono state avviate le pratiche per partecipare all'assegnazione di una delle Case Sofie messe a disposizione dalla provincia di Trento, ma non è detto che la richiesta vada a buon fine. Ikea si è già resa disponibile a fornire l'arredamento. Ma resta ancora molto da fare. Soprattutto perché è inagibile anche l'ambulatorio e gli anziani del posto, spesso soli con la badante, non hanno i mezzi per andare a fare le visite mediche altrove (attualmente ilmedico visita presso la tendopoli, chesarà comunque smantellata fra qualche mese). Da ristrutturare anche le due chiese del paese.
Chi può e vuole sostenere la rinascita della Fonte, può contattare la redazione.

monica.dascenzo@ilsole24ore.com

6 luglio 2009
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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