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Ma allontanandosi di qualche chilometro dal capoluogo, nei piccoli borghi incantevoli segnati da torri e castelli, dove il turismo rurale nei due mesi estivi dava respiro al piccolo artigianato alimentare e artistico, la situazione appare ancora più complessa. Giulio Petronio, produttore caseario tra più attivi anche nella costituzione del Consorzio operatori del Gran Sasso (che dal 2005 riunisce in maniera efficace una rete di oltre 40 piccoli operatori dei diversi settori) da Pasqua alla fine di aprile aveva venduto circa venti chili del suo pecorino canestrato di Castel del Monte, rispetto ai dieci quintali venduti abitualmente nello stesso periodo, senza contare quello in stagionatura. «Ora va meglio, grazie alle tante occasioni avute per far conoscere al tutti insieme i nostri prodotti - dice Giacomo Sasselli, responsabile del Consorzio - ma il periodo estivo si preannuncia tragico e le prospettive per la commercializzazione dei prodotti in inverno, abbiamo bisogno di avere continuità per evitare l'abbandono delle attività».