Politici e personalità istituzionali alle urne. Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, si è recato alle 18 al seggio di via Panisperna, nel rione Monti, a Roma per votare al referendum sulla legge elettorale. Il Capo dello Stato, accompagnato dalla moglie Clio, ha esercitato il diritto di voto al seggio allestito all'istituto comprensivo Margherita di Savoia, dove da anni si reca a votare per elezioni e referendum. Il presidente del Senato, Renato Schifani, si è recato questa sera intorno alle 19 al seggio della scuola Lambruschini di Palermo per esprimere il suo voto sul referendum elettorale. La seconda carica dello Stato ha ritirato tutte e tre le schede.
Il premier ha votato a Milano questa mattina. Ha già votato il premier Silvio Berlusconi, che pur non avendo fatto campagna elettorale per il referendum dopo il patto con la Lega, al seggio della scuola media statale «Dante Alighieri» in via Scrosati a Milano ha ritirato sia le tre schede per il referendum, sia quella relativa al voto al ballottaggio per il presidente della Provincia di Milano che vede in lizza Guido Podestà, candidato per il centrodestra contro Filippo Penati del centrosinistra. Il premier arrivando ha detto di non voler rilasciare dichiarazioni: «Lo sapete che non dico niente».
La Russa (Pdl): rivedere il secondo turno delle provinciali. Il ministro della Difesa Ignazio La Russa nel seggio di via Stoppani a Milano ha ritirato tutte e tre le schede dei quesiti referendari, oltre a quella per eleggere il presidente della Provincia di Milano e ha tracciato due sì e un no. Il no del ministro è andato per il terzo quesito, quello che vorrebbe annullare la possibilità di candidarsi in più collegi elettorali. «Credo sia sbagliato potersi presentare in tutti i collegi - ha spiegato - ma anche limitarlo solo a uno mi sembra eccessivo. Preferirei tornare a una volta, quando era possibile presentarsi in tre circoscrizioni. Questa è una tradizione italiana e l'importante che i cittadini lo sappiano e vengano informati». La Russa ha anche rilanciato l'idea di eliminare il secondo turno alle elezioni provinciali. «Continuo a non capire perché - ha affermato - ci si rifiuti di eliminare il ballottaggio alle provinciali, quando almeno uno dei candidati ha superato il 40% dei consensi».
D'Alema (Pd): voto al referendum sperando poi in una riforma. «Il voto al referendum è importante perché è l'unico modo di cambiare una brutta legge elettorale, sperando che poi dopo si possa fare una riforma», ha detto Massimo D'Alema dopo aver votato a Roma questa mattina per i referendum sulla legge elettorale presso la scuola media Giuseppe Gioacchino Belli, in via Col di Lana, nel quartiere Mazzini.
Marrazzo (Pd): che sia il Parlamento a fare una buona legge elettorale. Sul referendum si è astenuto il presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo, perché ritiene «che sia il Parlamento a doversi assumere le responsabilità, di fronte agli italiani, di fare una buona riforma elettorale». Lo ha riferito lasciando il seggio presso la scuola media statale di via della Maratona, nel quartiere di Vigna Clara. Marrazzo ha ritirato le schede «perché ritengo che bisogna sempre rispettare l'istituto fondamentale della democrazia e l'espressione della volontà popolare. Nello stesso tempo però, la bassa affluenza alle urne, poco meno del 3% in questo seggio, è la dimostrazione che il Paese aveva già dato un messaggio chiaro e forte rispetto alla riforma del sistema elettorale».