ITALIA

 
 
 
Premio di maggioranza alla lista più votata - Camera
Affluenza - definitiva : 23,31%
Enti pervenuti 9249 su 9249
QUORUM NON RAGGIUNTO
NO
77,62% 22,37%
Sezioni scrutinate 62577 su 62577
Premio di maggioranza alla lista più votata - Senato
Affluenza - definitiva : 23,31%
Enti pervenuti 9249 su 9249
QUORUM NON RAGGIUNTO
NO
77,67% 22,32%
Sezioni scrutinate 62577 su 62577
Abrogazione candidature multiple
Affluenza - definitiva : 23,84%
Enti pervenuti 9249 su 9249
QUORUM NON RAGGIUNTO
NO
87,00% 12,99%
Sezioni scrutinate 62577 su 62577
 
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Referendum mai così freddo. Maroni: cambierò la legge

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22 giugno 2009

Quorum mancato per il referendum abrogativo della legge elettorale. La percentuale di votanti si è attestata poco sopra al 23%, nemmeno la metà del quorum (50% più uno). L'affluenza si è fermata rispettivamente al 23,44% per i primi due quesiti (premio di maggioranza alla Camera e al Senato alla lista più votata) e al 24,07% per il terzo (abrogazione delle candidature multiple). È il peggior risultato di sempre nella storia dell'affluenza alle urne per i referendum
abrogativi: battuto il precedente primato negativo del 2005, con il 25,6% di affluenza alle urne nel referendum sulla legge sulla procreazione assistita. Dai primi dati risulta schiacciante la quantità di "sì" espressa sulle schede che è attestata poco sotto l'80% per i primi due quesiti referendari, con una punta poco al di sotto del 90% per il terzo quesito. Il referendum, comunque, non avendo raggiunto il quorum, non ha effetti e lascia invariata la legge elettorale.

Esultano Calderoli, dispiaciuto Fini. Esulta il ministro per la Semplificazione, Roberto Calderoli. «Questo referendum era stato concepito per cercare di distruggere la Lega e perciò, visto il risultato, possiamo dire che è stata una vittoria della Lega». Per il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini «il referendum è fallito miseramente. Ancora una volta si sono spesi migliaia e migliaia di euro di tutti gli italiani per un referendum inutile. Il bipartitismo è stato bocciato». Un esito prevedibile, per il presidente della Camera Gianfranco FIni. «I quesiti erano troppo tecnici», ha detto Fini, «e sicuramente c'è una certa stanchezza da parte degli elettori. Era prevedibile che fosse questo l'esito dei referendum, anche se mi dispiace dirlo». La verità, per il leader dell'Italia dei valori Antonio Di Pietro, «è che non ha vinto nessuno. Il referendum non ha raggiunto il quorum; nessuno ha vinto, nè il sì nè il no», dunque ora «riteniamo che sia ancora più urgente mettere all'ordine del giorno una nuova legge elettorale».

Maroni annuncia una modifica alle legge sui referendum. «Formulerò una proposta di modifica della legge istitutiva del referendum abrogativo, per evitare che uno strumento importante di democrazia diretta diventi inutile», ha annunciato il ministro dell'Interno Roberto Maroni, al Viminale, subito dopo aver comunicato l'affluenza registrata per i tre quesiti referendari, poco sopra il 23%, che «segna un record negativo che merita una riflessione», sottolinea il titolare Maroni. Maroni ha anche annunciato che darà mandato ai suoi legali di agire nei confronti di tutti coloro che in questi giorni hanno indirizzato a lui e al ministero «delle parole poco idonee al ruolo, parlando di intimidazioni che il ministro dell'Interno avrebbe rivolto ai presidenti di seggio».

La Russa e Capezzone: andrebbe ripensato il meccanismo. Secondo il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, il quorum per il referendum andrebbe ridotto al 35%, ma aumentato di molto il numero delle firme per promuoverlo. Sull'innalzamento delle firme da raccogliere è d'accordo anche il portavoce del Pdl Daniele Capezzone, superando, però, «il meccanismo del quorum, e, come accade in America o in Svizzera, lasciare la decisione ai cittadini che di volta in volta scelgono di andare a votare».

Bonino: è stato fatto l'impossibile per far saltare il quorum. Emma Bonino, radicale eletta nelle file del Pd ha ritenuto «scontato questo tipo di affluenza alle urne dopo che si è fatto l'impossibile per far saltare il quorum». La vice presidente del Senato ricorda come «si è cambiata la legge per spostare la data al 21 giugno. Non c'è stata praticamente campagna elettorale, del dibattito televisivo non parliamo nemmeno. Come si pretendeva che la gente si appassionasse al referendum se tutti i media erano orientati al non raggiungimento del quorum?». Il parlamentare del Pdl, Giuseppe Galderisi ritiene che vada abolito il quorum: «se i si e i no si potessero confrontare in modo leale, si assisterebbe a una campagna referendaria vera». Il deputato del Pdl Benedetto Della Vedova sostiene «quella dei referendum elettorali è la cronaca di una morte annunciata. La condanna è stata emessa nel momento in cui si è stabilito di votare nel primo giorno d'estate». (N.Co.)

22 giugno 2009
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