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COSTI PER LE FAMIGLIE

Stop alle cinque ore di inglese

di Nicola Da Settimo

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13 Settembre 2009

Sorpresa per le famiglie che, all'iscrizione dei figli in prima media avevano optato per l'inglese "potenziato": in questi giorni, infatti, le scuole stanno contattando i genitori per comunicare loro che le classi in cui era possibile optare per "tutto inglese", nell'anno 2009-2010 non si faranno e che è necessario lo studio di due ore di una seconda lingua comunitaria.
Le scuole hanno avuto comunicazione con una nota ministeriale del 25 giugno che occorreva bloccare l'inglese potenziato, perché il Tar del Lazio, con tre ordinanze cautelari (n. 1589, 1590 e 2571 del 2009) aveva accolto la domanda di sospensione della circolare delle iscrizioni del 15 gennaio 2009, nella parte in cui si dava alle famiglie la possibilità di chiedere che il complessivo orario settimanale delle lingue comunitarie, per un totale di cinque ore, fosse interamente riservato alla lingua inglese.
Il Tar Lazio ha accolto in via cautelare i ricorsi presentati dai docenti di una seconda lingua comunitaria, che hanno prospettato la sostanziale mancanza di copertura legislativa dell'introduzione dell'inglese potenziato. Infatti, la normativa primaria vigente a gennaio 2009, all'emanazione della circolare iscrizioni, cioè l'articolo 9 del Dlgs 59/04 imponeva, in attuazione della legge delega 53/03 (la cosiddetta riforma Moratti), lo studio di una seconda lingua dell'Unione europea nella scuola secondaria di primo grado. Solo a luglio 2009 sono stati emanati i due regolamenti firmati dal ministro Mariastella Gelmini, attuativi del piano programmatico previsto dall'articolo 64, comma 3, del Dl 112/08 (convertito dalla legge 133/08), che danno copertura normativa all'opzione per l'inglese potenziato. Il Tar Lazio, con le sue ordinanze, ha dunque stabilito che l'inglese potenziato non appare legittimo «in assenza della disciplina di dettaglio da adottarsi con norma regolamentare ancora in corso». Ha poi chiesto al ministero il riesame della circolare iscrizioni, perché «le famiglie possano continuare a scegliere anche l'insegnamento di una seconda lingua comunitaria diversa dall'inglese». Non sono da escludere, comunque, nuovi ricorsi, anche dopo l'emanazione dei due regolamenti «Gelmini»: la previsione dell'inglese potenziato ai danni della seconda lingua comunitaria, infatti, renderebbe questa opzionale e non più obbligatoria, violando la previsione della legge delega 53/03 che invece prevedeva l'introduzione dello studio della seconda lingua comunitaria, indicando la volontà del legislatore delegante di rendere questo studio obbligatorio e non opzionale.

13 Settembre 2009
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