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IL PRIMO GIORNO A MILANO / Attesa alla Tolstoj: in arrivo più stranieri nelle piccole classi

di Francesca Barbiero

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14 Settembre 2009

Centosessantotto recalcitranti piccoli piedi calpestano il prato esangue, grigio, come grigie sono le pareti del cubo di cemento da architettura nazionalpopolare degli Anni Settanta e come grigio è il viale della circonvallazione a poche centinaia di metri dalla scuola, periferia ovest di Milano. Gli ottantaquattro possessori dei piccoli piedi attraversano l'atrio, ricacciano indietro le lacrime, stringono centosessantotto piccole mani umidicce in quelle ugualmente sudate di mamma e papà e cominciano a osservare.
Guardano gli aquiloni e le mongolfiere che la maestra Ada Iraso ha disegnato, colorato e appeso alle pareti, fissano il cartellone dove c'è un BENVENUTO tutto maiuscolo ma, non sapendo ancora leggere, non capiscono bene cosa ci sia scritto, sbirciano i ragazzini di quinta che li accompagneranno per la prima volta in classe, scrutano i commessi. E soprattutto guardano, per la prima volta, le loro maestre. Che saranno, almeno alla elementare Leone Tolstoj di via Zuara, due per tutte e quattro le classi prime e che faranno la solita compresenza cioè un monte ore di lezione con due insegnanti presenti contemporaneamente in classe.

L'organico
Il maestro unico in via Zuara si è arrestato davanti al muro dell'autonomia didattica eretto della dirigente Maria Grazia Vinciguerra, responsabile di un comprensorio didattico di circa 800 studenti che ingloba, oltre alla scuola elementare, una scuola media e una succursale. Sessant'anni, la preside di andare in pensione e di allontanarsi dalla scuola dove è arrivata nel 1992 non ci pensa proprio perchè a lei, dice, il suo lavoro diverte e piace. Il provveditorato le ha confermato l'organico dello scorso anno, che sulle elementari è formato da 36 docenti e tre specialisti e lei è riuscita a rintuzzare almeno per ques'anno gli attacchi della riforma Gelmini ai due maestri per classe. «La nostra scuola prevede esclusivamente il tempo pieno, che siamo riusciti a mantenere in tutte le classi. Questo ha evitato che subissimo tagli all'organico. Secondo noi le competenze sono una risorsa e un arricchimento per gli alunni – si infiamma la Vinciguerra -. I nostri insegnanti si sono specializzati su un'area, quella linguistica o quella logico matematica, hanno fatto corsi, hanno elaborato tecniche di per far apprendere queste materie meglio. Ecco perchè abbiamo tenuto il modello degli anni scorsi. Per amore dei bambini».
Ma si può non parlare d'amore quando si parla di scuola? Il primo giorno è un rito di passaggio che si rinnova, con la gola strozzata, per gli alunni, per i genitori e per chi nella scuola ci lavora. Come Angela Collura, che quest'anno insegnerà in prima D e che ha trascorso le scorse settimane a incollare, tagliare e sistemare la sua classe in modo che tutto sia pronto per l'arrivo dei suoi bimbi: li prenderà con il moccico al naso e li lascerà tra cinque anni con i peluria e cellulare in tasca. O come Carmen Carrillo, che nell'elementare è la responsabile del laboratorio informatico e mostra con orgoglio le sue due lavagne elettroniche di cui una touch screen per i piccolini. O come la vicepreside Francesca Spada che lancia sguardi soddisfatti alla commessa che controlla le piante grasse sul terrazzino.

I fondi
L'unica delusione, in quest'inizio d'anno scolastico 2009-2010 è sulla palestra. «Sia in quella delle elementari che in quella delle medie ci piove dentro perchè il pluviale è stato costruito male - si rammarica la Vinciguerra -. Quando piove è inagibile. Ho un pacco di richieste inevase che ho inviato al Comune. Di tutte, quella che più mi dispiace è questa. Per il resto ci arrangiamo noi»
Banchi, armadietti, biliardini per far giocare i bambini nell'intervallo, tutto è nuovissimo e non c'è stato bisogno di chiedere aiuto ai genitori. Niente carta igienica, sapone liquido e scottex da portare a inizio d'anno e anche i laboratori vengono affidati direttamente al corpo insegnante della scuola senza specialisti esterni retribuiti dai genitori. «Gestisco i fondi investendo sempre in beni durevoli – spiega la Vinciguerra –, ecco perchè non ho mai bisogno di soldi. Anche perchè questa è una scuola con una presenza di stranieri intorno al 25% e molti non potrebbero permetterselo». Le classi della Tolstoj sono piccole di numero anche per questo, la Questura prevede un arrivo su Milano di 700 bambini in età scolare entro la fine dell'anno, un numero che con la sanatoria è destinato a salire.

La scuola media
Di fronte alla scuola elementare, all'ingresso dell'edificio che ospita la scuola media, gli operai hanno appena terminato di ristrutturare una stanza per il polo di prima alfabetizzazione per gli stranieri. In segreteria tanti adulti chiedono dei corsi.
Anche nella scuola media l'organico della Tolstoj è stato riconfermato ma con una novità che preoccupa non poco gli insegnanti. Le diciotto ore di insegnamento sono tutte in classe e quindi i docenti non hanno più ore a disposizione da gestire insieme alla preside.
  CONTINUA ...»

14 Settembre 2009
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