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LE NOVITA' DEL 2009-2010

Le sedi e le spese universitarie

I test d'ingresso

La sfida della laurea vincente

di Cristiano Dell'Oste e Federica Micardi

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15 giugno 2009

Laurearsi al tempo della crisi. Per quelli tra i 500mila ragazzi della maturità 2008/09 che si iscriveranno all'università – circa 290mila, se il trend verrà mantenuto – ci sarà una variabile in più da considerare nella scelta del corso di laurea. La crisi economica, per l'appunto. Uno spauracchio impossibile da trascurare, ma difficilissimo da valutare, visto che l'iscrizione va decisa adesso, mentre l'ingresso sul mercato del lavoro avverrà solo tra qualche anno. Di fronte a uno scenario così complicato, anche quest'anno il Dossier Università del Sole 24 Ore si propone come uno strumento di orientamento in più. Per decidere con un occhio al mercato e un altro all'offerta formativa delle università.

La guida
Il Dossier è diviso in quattro parti: tre su carta e una – per la prima volta – solo online. Le pagine iniziali del "cartaceo" sono dedicate alla scelta del corso di laurea e dell'università in cui frequentarlo, e offrono indicazioni sugli «open day» organizzati dagli atenei, sulle classifiche internazionali, i test d'ingresso e le scuole e i collegi d'eccellenza.
Seguono le pagine di "sportello matricole": una piccola guida alla vita da studente, tra immatricolazioni, tasse universitarie, borse di studio, alloggi in affitto, prestiti d'onore e sconti fiscali. Senza dimenticare la prospettiva internazionale: i 54 corsi interamente in inglese, i 31 doppi titoli organizzati in tandem con gli atenei stranieri e le occasioni di studio all'estero con il programma Erasmus. Chiudono i servizi dedicati alle aree disciplinari, con le indicazioni sulle prospettive occupazionali rilevate da AlmaLaurea e le ultime novità della didattica.
La parte online, invece, contiene l'elenco di tutti i corsi attivati da tutti gli atenei italiani, una mappa accessibile gratuitamente con il numero di codice pubblicato nella scheda qui a fianco. Sempre sul sito, inoltre, sono visibili altre tabelle e informazioni di servizio.

La scelta
La prima importante novità riguarda l'offerta degli atenei, che nell'anno accademico 2009/10 continuerà il percorso di razionalizzazione innescato dalla riforma delle classi di laurea. Il dossier dell'anno scorso registrava una diminuzione del 6% dei corsi di laurea. Quest'anno il calo è della stessa percentuale, con il risultato che i ragazzi si troveranno di fronte a 4.883 corsi (tra lauree triennali, lauree di secondo livello e a ciclo unico). Una bella sforbiciata rispetto ai 5.412 corsi attivati nel 2007/08, anno accademico in cui la frammentazione aveva raggiunto i massimi livelli.
L'area che ha visto la contrazione maggiore è stata quella di lingue e letterature straniere (-24,6%), seguita da medicina veterinaria (-21,6%) e scienze politiche (-16,6%). Oltre all'analisi dell'offerta formativa, l'altro capitolo da non trascurare nella scelta del corso riguarda le prospettive di lavoro. Guardando le statistiche, le lauree tecniche come ingegneria e architettura si confermano tra le più richieste dalle imprese. Ma anche economia (apprezzata per la sua versatilità) e medicina (che fa della specializzazione la sua forza) possono essere considerate come delle garanzie.
Per il resto, però, rimane aperto più di un interrogativo. Perché a cinque anni dal titolo quasi tutti trovano un lavoro (gli occupati sono l'84,6%), ma molti giovani sono costretti a riciclarsi in settori diversi da quelli per i quali hanno studiato. E perché gli stipendi spesso sono molto bassi: basta vedere i valori medi rilevati da AlmaLaurea, di poco superiori ai 1.300 euro netti al mese.

Il tesoretto dei saperi
Chi si sente portato per una delle lauree più deboli sul mercato del lavoro farà bene ad arricchire il proprio curriculum. Mettendo in conto buoni voti, tempi di laurea ridotti al minimo, esperienze di studio all'estero e stage in azienda. Più, ovviamente, una buona conoscenza dell'inglese (un punto sul quale non si insiste mai abbastanza).
La sfida della laurea vincente, insomma, consiste nel rendere speciale il proprio percorso, costruendo negli anni un tesoretto di competenze da spendere sul mercato del lavoro. Sapendo che alcune lauree – come quelle in campo umanistico – richiedono l'accantonamento di asset maggiori di altre, perché sono più povere di contenuti professionalizzanti. Il tutto, senza pensare di poter coltivare certezze granitiche: se è vero che le imprese usciranno dalla crisi trasformate, allora è vero che le università dovranno soprattutto insegnare a imparare (e non solo a fare). Un po' come si diceva un tempo del liceo classico.

15 giugno 2009
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