Sedersi sotto i ferri del dentista non è il sogno di nessuno. Restituire un sorriso smagliante ai pazienti, invece, è un traguardo per molti giovani che si affacciano al mondo dell'università. Basti pensare che a Roma, lo scorso settembre, al test d'ingresso del corso di odontoiatria della Sapienza si sono presentati in 1.500 per 57 posti: solo uno su 25 ce l'ha fatta. Gli altri hanno dovuto arrendersi e ripiegare su altre facoltà.
Nell'anno accademico 2008/09 - come rileva l'inchiesta messa a punto dal Sole 24 Ore del lunedì interpellando tutti gli atenei - sono state oltre 320mila le domande per partecipare alle prove di selezione per i corsi a numero programmato. L'obiettivo era aggiudicarsi più di 121mila posti: circa 109mila per le matricole e 12mila per il primo anno delle lauree specialistiche. Un numero considerevole di candidature (in media 2,6 per ogni posto) se si pensa che a giochi conclusi, secondo il ministero dell'Università, gli immatricolati dello scorso anno sono stati in totale 291mila. Il dato non deve stupire, però, perché gli stessi studenti si presentano, in genere, a più test di laurea affini, facendo salire il numero totale delle domande.
La barriera all'ingresso è prevista per legge a medicina e chirurgia, odontoiatria, veterinaria, architettura, scienze della formazione e nelle lauree sanitarie (si veda il Dossier Università in allegato). A fissare il calendario delle prove è il Miur: le date per il prossimo anno accademico saranno rese note non prima di luglio. Gli atenei possono anche applicare un filtro all'ingresso per altri corsi che prevedono tirocini o laboratori. È il caso di scienze erboristiche alla Federico II di Napoli. Ma anche di viticoltura ed enologia all'Università di Torino, o servizio sociale a Trieste. In questi casi i test sono elaborati dai singoli atenei o affidati a consorzi. I posti programmati a livello locale sono circa 62mila, tremila in più rispetto ai 59mila definiti dal Miur.
Nel 2008 metà delle preferenze delle aspiranti matricole è andata a medicina e ai corsi delle professioni sanitarie, confermando un trend degli ultimi anni. Più di 60mila hanno tentato la sorte a medicina, ma solo uno su otto è riuscito a iscriversi: il match più arduo è andato in scena alla sede romana della Cattolica, dove erano in 16 a contendersi un posto. Ancora più domande per le professioni sanitarie, scelte da quasi 90mila giovani. A fare il pieno è stata Bari, dove oltre 6mila studenti si sono messi alla prova con 80 quiz a risposta multipla da completare in due ore. Molto gettonata è fisioterapia a Pisa, dove esiste una possibilità su 20 di essere ammessi. «La selezione è dura ed è inutile tentare senza una preparazione adeguata - spiega Stefano Taddei, vicepreside con delega alla didattica della facoltà di medicina, che prevede nuovi sbocchi anche per chi sceglierà la corsia: «Nel giro di pochi anni ci sarà una carenza di medici e puntare su questo corso potrebbe rivelarsi strategico».
Non tutti i test però sono affollati. Accade anche che i posti banditi dall'ateneo siano di più rispetto alle domande. È il caso di scienze della comunicazione plurilingue a Bolzano, dove appena 29 dei cento posti disponibili sono stati occupati da nuove matricole. La ragione? «Per partecipare alle prove - risponde Liliana Dozza, coordinatrice del corso di laurea - è necessario dimostrare la conoscenza certificata di almeno due lingue, requisito che pochi studenti riescono a soddisfare, tanto che per l'anno prossimo abbiamo abbassato il numero di posti a sessanta».