«Il Pdl ha tenuto di fronte a una Lega scatenata, mentre la sinistra non ha tenuto, è andata ko». Umberto Bossi riconosce agli alleati del Pdl di essere stati l'unica forza politica a resistere allo "tsunami" leghista che si è abbattuto sul Nord Italia. Un successo, quello della Lega, e una tenuta, quella del partito di Silvio Berlusconi, che, secondo Bossi, non avranno ripercussioni sul governo e non provocheranno problemi e tensioni all'interno della maggioranza. Al contrario, ne rafforzeranno la vocazione riformatrice. Avanti tutta con il federalismo, dunque, su cui la Lega non appare a questo punto più disposta a fare concessioni.
Oltre alla vittoria "a valanga" (oltre 60%) del ministro leghista Luca Zaia in Veneto, l'unica regione in cui il Carroccio ha sorpassato il Pdl con circa il 35% contro 25% degli alleati, la Lega sembra aver conquistato anche il Piemonte, dopo un lunghissimo testa a testa tra Roberto Cota e il governatore uscente del centro-sinistra Mercedes Bresso. Con 4.659 sezioni scrutinate su 4.835, il candidato leghista era in vantaggio 47,44% a 46,82. Niente sorpasso sul Pdl in Piemonte, dove la Lega dovrebbe attestarsi intorno al 17% e il Pdl al 25%, né in Lombardia, dove il Pdl rimane primo partito con il 31% e la Lega il secondo al 26%, con la scontata riconferma di Roberto Formigoni (circa 56%) alla presidenza della regione. Come da previsioni, il centro-destra conquista anche Calabria e Campania, ma, soprattutto, vince anche nel Lazio la durissima battaglia "in rosa" tra Roberta Polverini e la candidata del centro-sinistra Emma Bonino. Con un pugno di sezioni ancora da scrutinare, la candidata del Pdl era in vantaggio 50,53% contro 48,91% dell'avversaria.
Bossi lega il risultato ottenuto dal Carroccio proprio alla volontà di rinnovare il Paese attraverso il completamento della riforma federale. «Su federalismo e riforme si è vinta la battaglia elettorale», ribadisce. Quanto al Pdl, per il leader leghista, ha sicuramente pagato «la scelta di Berlusconi di spingere i suoi a votare il federalismo ». Bossi assicura: «I nostri governatori metteranno le ali alle rispettive regioni e quindi anche al paese ». Piemonte e Veneto, annuncia il senatur, saranno le prime regioni a «sperimentare il federalismo fiscale».
Il Carroccio, comunque, penetra anche nel Centro-nord. In Liguria va oltre il 10%, in Emilia Romagna supera quota 13%, in Toscana e nelle Marche supera il sei e in Umbria il quattro per cento. Oggi, commenta il neo-governatore del Veneto Zaia, «cresciamo di più del Pdl, ma la politica non la si fa biasimando gli alleati. Chi mi conosce – aggiunge – sa che ho sempre lavorato in squadra». Bossi assicura poi che la Lega non porrà alcun veto alla possibilità che il governatore uscente del Veneto Giancarlo Galan trovi un posto nel governo: «Non siamo mica carogne... ».
Piuttosto che guardare al sorpasso della lega sul Pdl in Veneto, Bossi preferisce parlare del «perché la sinistra sta perdendo voti mentre Berlusconi i suoi voti se li è presi, non solo al Nord ma anche al Sud». Secondo il leader del Carroccio, «la sinistra è sparita laddove ci sono i lavoratori perché si è dedicata agli immigrati con troppa attenzione. Si è dedicata al proletariato esterno e i lavoratori l'hanno mandata a quel paese...».
Berlusconi, per parte sua e come da tradizione, attende i dati definitivi prima di fare qualsiasi commento ufficiale. Il premier non ha comunque nascosto ai suoi collaboratori la soddisfazione per l'andamento dello spoglio delle schede e i risultati finora ottenuti. Con cinque governatori del centro- destra certi (la conferma di Lombardia e Veneto e la conquista di Campania, Calabria e Lazio), e ormai a un passo dalla vittoria in Piemonte, nell'entourage del Cavaliere si considera il risultato un grande successo. Altro motivo di soddisfazione Berlusconi lo individua nel numero di voti incassati dal centro-destra: vincente sarà chi governerà la maggioranza degli italiani, aveva detto infatti più volte in campagna elettorale. Come ha poi sottolineato, riflettendo l'opinione del premier, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Paolo Bonaiuti, «per il governo è stato un test di "mid term" e di solito in questi casi gli elettori tendono a dare un avvertimento al governo, come è accaduto in altri stati europei. Il fatto, invece, che non ci sia stata alcuna stilettata nelle gambe, il fatto che abbiano deciso di premiarlo in un momento di crisi come questo è un successo».
Di grandissima rilevanza è stata la partita nel Lazio. Nei ragionamenti fatti in privato, Berlusconi aveva condiviso l'analisi secondo la quale, con la lista del Pdl, il successo netto sarebbe stato una certezza. La vittoria, a suo giudizio, è dunque un grande risultato visto che si è trattato di elezioni "viziate" dall'esclusione della lista del partito.
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