«Una vittoria storica». La frase, spesso abusata in politica, ha un sapore certamente veritiero se si tratta dell'affermazione del neopresidente del Piemonte, Roberto Cota. Per la prima volta alla guida della regione sarà un esponente di primo piano del Carroccio, un fedelissimo di Umberto Bossi, già presidente del consiglio regionale, due volte sottosegretario e fino ad oggi capogruppo della Lega alla Camera. «Questa vittoria cambierà la storia del Piemonte», ha detto Cota, con le lacrime agli occhi, travolto alla sede torinese del Carroccio dalla folla dei militanti che urlavano a squarciagola Piemunt liber. «Abbiamo fatto un miracolo - ha proseguito, quasi incredulo - abbiamo mandato a casa un presidente uscente al primo mandato. Faremo il federalismo fiscale, faremo sentire la voce del Nord e rilanceremo il Piemonte».
In piazza Castello a Torino, dove si sono conclusi i festeggiamenti, il neopresidente ha ringraziato la sua famiglia e il leader Umberto Bossi, «che ha reso possibile la formazione di una nuova classe dirigente». Poi un ringraziamento anche agli alleati del Popolo delle Libertà: «Siamo un'unica grande squadra, abbiamo vinto per questo».
Quello tra Cota e Mercedes Bresso è stato un testa a testa prolungato fino a tarda notte. Dopo un pomeriggio di sostanziale parità, dalle venti circa la vittoria del candidato leghista sembrava vicina. La prima grande ovazione al comitato del Carroccio, stracolmo di persone in pettorina e fazzoletto verde sin dal tardo pomeriggio, c'è stata intorno alle venti e trenta. Alle 23 il candidato leghista staccava la sua sfidante di tre punti percentuali, andando oltre il 48 percento. E sembrava finita. Ma poi è iniziata la rimonta di Bresso. Le ultime sezioni ad essere conteggiate sono state infatti quelle della prima cintura di Torino, quella dei comuni "rossi" per tradizione, dove arrivarono i primi emigranti negli anni Sessanta.
Bresso in tre ore ha recuperato più di due punti, riducendo la forbice fino ad arrivare ad uno svantaggio dello 0,4 percento. Ma non le è servito. Ha perso ed è stata castigata in parte dai suoi stessi elettori, che hanno preferito a lei e alla sua coalizione che andava da Sinistra e libertà all'Udc il Movimento a 5 stelle di Davide Bono, "seguace" di Beppe Grillo. «C'e' un fortissimo voto di protesta e il 4% andato al candidato di Beppe Grillo ha impedito la vittoria del centrosinistra in Piemonte», ha detto la presidente uscente nella sede del suo comitato elettorale. «I voti ai grillini - ha sostenuto Bresso - sono in gran parte voti del centrosinistra. Certo questo risultato non era stato previsto, è stato sottovalutato, nei sondaggi non appariva, ma è un voto di protesta violenta». Anche l'astensionismo, secondo Bresso, ha penalizzato il centrosinistra e ha favorito la vittoria di Cota.
Le elezioni regionali piemontesi tradizionalmente si vincono a Torino, roccaforte del centrosinistra. Questa volta sono state invece le altre province del Piemonte, in gran parte amministrate dal centrodestra, a dettare legge. Prova ne sia che persino il nuovo presidente, Cota, proviene da Novara, città da tempo saldamente amministrata dalla Lega Nord.
(M. Do.)
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