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Bombe e lettere minatorie: in Calabria la campagna elettorale è anche questo

di Vinicio Leonetti

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25 marzo 2010
I candidati alle regionali in Calabria: Agazio Loiero, per il centrosinistra, e Giuseppe Scopelliti (Ansa)

Bombe, piombo, incendi e lettere minatorie. In Calabria la campagna elettorale è anche questo. Mercoledì gli obiettivi sono stati sei: 3 a Crotone, uno a Catanzaro e 2 a Lamezia. In quest'ultima città, 70 mila abitanti e 45 mila votanti, negli ultimi venti giorni gli attentati intimidatori sono stati 7.

Una lettera minatoria è arrivata anche a Palazzo Madama. Il senatore Giuseppe Esposito è stato invitato cordialmente a lasciare la Calabria, e soprattutto la sua Crotone dov'è coordinatore provinciale del Pdl. Esposito è anche vicepresidente del Copasir, il Comitato per la sicurezza della Repubblica. Nella stessa giornata di mercoledì lettere minatorie ad altri due crotonesi candidati al consiglio regionale, sono Umberto Lorecchio e Gianluco Bruno. Per loro un dissuasivo "toglietevi di mezzo".
Sempre mercoledì a Catanzaro una sassaiola contro una sede elettorale di Domenico Tallini, consigliere regionale del Pdl che si ricandida.

In Calabria domenica e lunedì si vota per la Regione con tre alternative: il governatore uscente Agazio Loiero col centrosinistra, il sindaco di Reggio Giuseppe Scopelliti per il centrodestra, e l'imprenditore Pippo Callipo con una lista civica e Italia dei Valori.
Ma a Lamezia Terme si vota pure per le comunali. E dal 4 marzo è scoppiata una vera e propria guerriglia elettorale. Uno dei candidati a sindaco, Salvatore Vescio, ha trovato sotto casa sua una bomba perfettamente innescata ma inesplosa, con mezzo chilo di tritolo dentro, mentre due giorni fa è stata incendiata l'auto al figlio. Poi è partita una sequenza selvaggia: l'8 marzo 16 colpi di pistola contro i manifesti di un consigliere comunale che si ricandida, Raffaele Mazzei del Pdl; sette giorni dopo sprangate contro la vetrina di una sede elettorale della candidata a sindaco Ida d'Ippolito, deputo del Pdl; giovedì 18 tre proiettili di calibro 7,65 nell'azienda agricola di Giulia Serrao, avvocato lametino candidato alla Regione nel centrosinistra, e nella stessa sede aziendale mercoledì scorso è stata incendiata la macchina del fattore.

Mercoledì scorso è toccato a Salvatore De Biase, esponente del Pdl e padre del consigliere comunale Francesco ricandidato. Un commando ha incendiato alcune porte d'ingresso della villa e sparato 12 colpi di pistola contro le sue auto.
La prefettura ha riunito il Comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica aumentando la sorveglianza dei cinque candidato a sindaco. Ma le intimidazioni continuano.

25 marzo 2010
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