Il calo dell'afflusso alle urne per le elezioni regionali «dimostra che c'è una disaffezione dei cittadini anche se l'Italia resta un paese in cui la partecipazione è alta». Così il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, ha commentato il calo registrato nell'affluenza alle urne per il voto amministrativo. «I dati sull'astensione - ha aggiunto Maroni - sono comunque diversi da regione a regione. L'astensione è maggiore nel Lazio (-10%) probabilmente anche per le vicende note della lista Pdl di Roma». Campania e Basilicata, con un calo del 4%, sono le regioni nelle quali il calo della partecipazione al voto è stato meno consistente.
L'affluenza alle urne è stata complessivamente del 64,2% e evidenzia un calo dell'7,8% rispetto alla precedente elezione (l'affluenza fu del 72%). «Tutte le operazioni di voto - ha precisato il ministro dell'Interno - si sono svolte regolarmente e senza incidenti, a dimostrazione della perfetta organizzazione della macchina elettorale». Riguardo al dato dell'affluenza generale il ministro ritiene che sia «interessante e da valutare». «Dobbiamo fare in modo - ha proseguito - che la partecipazione democratica cresca alle prossime elezioni. Questo è un compito di tutta la classe politica, senza distinzioni. Abbiamo davanti a noi un percorso di tre anni in cui dovremo mettere il massimo impegno affinché la partecipazione al voto, in Italia, torni ad essere alta».
La quota di astenuti, ha riferito Maroni, è stata maggiore alle regionali rispetto alle provinciali e alle comunali. Alle provinciali i votanti hanno toccato il 68% contro il 73% della volta precedente, mentre alle comunali si è raggiunta una quota di votanti del 74% contro il 77% della volta precedente. Segno, ha spiegato il ministro dell'Inter, «che il Comune è percepito dai cittadini come un luogo molto vicino».