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Sui blog la campagna si gioca a colpi di post

di Giovanna Faggionato

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21 ottobre 2008


"Mc Cain difende Joe l'idraulico" titolava qualche giorno fa a lettere cubitali il blog conservatore Drudge Report. Mai come in queste elezioni la campagna per le presidenziali si combatte a colpi di post. Quando si diffonde la notizia che l'Fbi ha aperto un'inchiesta sull'attività del gruppo liberal "Acorn", indagato per presunti brogli in favore di Barack Obama, ecco apparire all'indirizzo talkingpointsmemo.com l'intervista a un ex veterano repubblicano che accusa il Great Old Party di politicizzare la giustizia.
I blog schierati made in Usa miscelano commenti e notizie in modo sapiente tanto da esser diventati, in tempo di elezioni, concorrenti dei media tradizionali e fonti riconosciute per i giornalisti stranieri. Alla convention repubblicana sono stati accreditati più di duecento blogger, a Denver i democratici hanno distribuito pass equivalenti a quelli dei giornalisti e hanno anche selezionato i blog più rappresentativi per ogni stato federale. In Italia è ancora impensabile, in America "si può fare".

L'esempio della trasformazione del blogging è il celebre Huffington Post. Creato solo tre anni fa dalla giornalista Arianna Huffington e inserito tra i 25 migliori blog del mondo nella classifica stilata da Time nell'aprile scorso, è il punto di riferimento dei navigatori liberal . Al punto che Barack Obama stesso ha rilasciato un'intervista all'"internet newspaper" riconoscendone l'autorevolezza.

Secondo il Financial Times le barriere tra i nuovi collettori di informazione e le testate ufficiali si stanno erodendo, anche sul fronte dell'organizzazione del lavoro. All'interno dello staff di Talking Points Memo ci sono per esempio sette giornalisti, mentre l'informazione specializzata trova spazio in siti come Pollster.com e FiveThirty Eight.com, che offrono dati e analisi dei sondaggi elettorali.

In più, come ammette il fondatore di Hot Air (dodicesimo tra i blog politici più visitati secondo Technorati), la creazione di diari politici on line può diventare un buon investimento. Gli inserzionisti si rivolgono ad un target ben delineato, tendenzialmente più giovane e ovviamente partigiano. Basta dare un'occhiata ai messaggi pubblicitari sui blog pro-Obama: si va dai trailer del film W. di Oliver Stone sulla vita di Bush ai messaggi delle organizzazioni ambientaliste.

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