Google è dalla parte di Barack Obama. L'amministratore delegato del gigante di internet, Eric Schmidt (nella foto), farà campagna elettorale per il candidato democratico alla Casa Bianca. Una scelta che ha definito «a titolo personale», mentre l'azienda rimane «ufficialmente neutrale» nel duello tra Obama e il rivale repubblicano John McCain. Ma che potrebbe aiutare il senatore dell'Illinois a rafforzare il proprio sostegno nel mondo dell'alta tecnologia americana. Anche perché le simpatie politiche di Schmidt non sono scontate: nel 2006 parlò al Congresso del partito conservatore britannico. Il chief executive sarà oggi, per la prima volta, al fianco di Obama durante un evento in Florida, nei panni di moderatore d'un dibattito sull'economia. E propugnerà politiche per ampliare la diffusione di tecnologia, con incentivi fiscali per la ricerca e investimenti nell'insegnamento scientifico. Nel suo caso il rapporto con il candidato democratico è maturato nel corso della lunga campagna elettorale: il suo ingresso in campo è una «naturale evoluzione». Con Schmidt, anche i dipendenti di Google hanno ormai messo in chiaro la loro scelta di campo: hanno donato 487.355 dollari a Obama e solo 20.600 a McCain. Gli stessi due fondatori del gruppo, Larry Page e Sergey Brin, non hanno fatto mistero delle loro opinioni progressiste. Schmidt ha negato di aspettarsi favori in cambio della sua decisione. Il Congresso ha in discussione leggi che potrebbero imporre nuovi limiti per gli spot online. Soprattutto, Google è nel mirino del Dipartimento della Giustizia per preoccupazioni antitrust sollevate da un accordo pubblicitario con Yahoo. «Il Ministero - ha assicurato l'amministratore delegato al Wall Street Journal - in simili casi decide indipendentemente dalla politica».