In fatto di presa sull'elettorato giovane, non fosse altro che per l'età, Barack Obama pare partire avvantaggiato rispetto al suo competitor John McCain. Ebbene, non bastasse il dato generazionale, anche in tema di comunicazione sul target il candidato democratico alla Casa Bianca pare avviato a vincere abbastanza nettamente il confronto con quello repubblicano. La campagna pubblicitaria di Obama sta usando i media più centrati e, in particolare, sta ora battendo con successo anche la pista dei videogame.
Proprio in questi giorni, invece, il team di McCain si è confrontato duramente con il management di YouTube, dopo che la presenza dei video di McCain appariva ridotta ai minimi termini rispetto a quella dei video di Obama proprio nel periodo più topico della sfida elettorale. Uno squilibrio che è anche il frutto delle maggiori risorse su cui può contare Obama, che avendo rinunciato ai finanziamenti federali può investire senza limiti di spesa in advertising, attingendo alla larga messe di fondi che ha raccolto. Alcuni giorni fa il candidato democratico aveva sorpreso tutti con un investimento multimilionario e molto tradizionale sulla tv, pianificando un infomercial di mezz'ora nel prime time dei principali network Usa. Ora che si approssima il giorno del giudizio e il voto giovanile viene considerato come uno degli asset più importanti del suo bacino elettorale, il candidato democratico ha scelto di puntare sull'in-game advertising piazzando virtualmente i propri manifesti in 18 tra i videogame più popolari in commercio.
L'adv di Obama è così on air sui popolarissimi "Guitar hero" e "Madden 09", ma soprattutto sull'ultima versione di "Burnout Paradise", il gioco su Xbox 360 prodotto da Electronics Arts che risulta molto apprezzato dai maschi tra i 16 e i 30 anni e di cui si può scaricare la versione aggiornata collegandosi a Internet. Secondo le ricerche l'inserimento di pubblicità nei game, specie se ben posizionata, non provoca alcun effetto dissonante nei consumatori alla console, che anzi lo considerano un ingrediente in grado di rendere ancora più realistica l'esperienza di gioco. Dall'altro lato della barricata il team elettorale di Mc Cain ha appena dovuto prendere atto della legittimità delle scelte effettuate da YouTube. Il sito di condivisione video è stato molto spesso costretto a eliminare rapidamente dalla propria offerta di contenuti proprio i clip del candidato repubblicano; una scelta obbligata, hanno sostenuto da YouTube, visto che in molti casi le clip proponevano sulla rete immagini di dibattiti tv senza la liberatoria dell'emittente o commentati da colonne sonore senza la copertura del copyright per Internet. Il consigliere generale di McCain, Trevor Potter, ha cercato senza riuscirvi di far mutare rotta a YouTube scrivendo anche al co-fondatore del sito, Chad Hurley. Per Potter i tempi tecnici necessari per rimettere in rete i clip – tra i 10 e i 15 giorni – finivano per mettere fuori gioco la campagna di McCain. Alla richiesta repubblicana di attuare procedure più rapide, se non altro per la categoria dei video dei candidati politici, da YouTube è arrivato un secco diniego. La motivazione? Per il sito è essenziale non dare l'idea di favorire una categoria di fornitori di "content" rispetto a un'altra.
