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McCain: tagli fiscali ai pensionati

dal nostro inviato Roberta Miraglia

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15 ottobre 2008


Il vento dei sondaggi soffia stabilmente a favore di Barack Obama e John McCain prova la carta dei tagli fiscali. Il piano economico da 52 miliardi di dollari illustrato ieri dal candidato repubblicano ai sostenitori raccolti a Blue Bell, sobborgo di Philadelphia, prevede ulteriori riduzioni delle tasse rispetto al programma elettorale e si aggiunge al pacchetto di 300 miliardi lanciato pochi giorni fa da McCain a favore delle famiglie strozzate dai subprime.
Dagli sconti fiscali sui risparmi accumulati nei fondi pensione a quelli sui capital gain. Meno imposte, più soldi in tasca è la semplice equazione di McCain che ha detto agli elettori di non fidarsi delle promesse dell'avversario: «Quello che Obama propone oggi è il contrario di ciò che ha fatto per la sua intera carriera. Ha votato 94 volte per aumentare le tasse».
La crisi dei subprime, diventata uragano globale, ha trasformato questa campagna elettorale in un dibattito monotematico sull'economia, spazzando via ogni altra questione, dalla sicurezza nazionale all'aborto: mancano 20 giorni alle elezioni, poche ore al terzo e ultimo dibattito televisivo, questa sera a Long Island, nello Stato di New York, e i candidati si affrontano sfornando con cadenza quasi quotidiana nuove proposte per soccorrere le famiglie. Fino a questo momento gli elettori, secondo i sondaggi, sembrano preferire il senatore di Chicago per affidargli la delicata operazione di salvare un'America sott'acqua.
L'altro ieri in Ohio Obama aveva puntato sulla parola "occupazione" per aiutare la classe media. Dalla Pennsylvania - dove i sondaggi più recenti danno al candidato democratico un vantaggio tra il 13 e il 15% - McCain ha detto che se diventerà presidente si occuperà anche di chi è «troppo piccolo per sopravvivere» e non solo di chi è «troppo grande per fallire», ovvero le banche di Wall Street salvate dallo Stato.
Ai "piccoli" il senatore repubblicano ha promesso di raddoppiare, a 7mila dollari, le deduzioni per i figli a carico. Ha poi messo in fila misure per alleviare gli effetti dell'Orso che scuote le Borse: aumento delle deduzioni fiscali, da 3mila a 5mila dollari, per le perdite di capitale; sospensione dell'obbligo per i lavoratori di liquidare i propri fondi pensione a 70 anni e mezzo. Vendere in questi giorni, è il dramma di tanti anziani, significa vedere i risparmi di una vita dimezzati. Dimezzamento, inoltre, per l'aliquota sui capital gain che passerebbe dal 15 al 7,5 per cento. Ma solo se le azioni vengono tenute per almeno un anno. In tempi di crisi le famiglie stanno facendo cassa ricorrendo ai risparmi accumulati per la pensione. Le agevolazioni sugli anticipi dai fondi sono dunque un punto comune ai candidati. McCain propone che questi prelievi vengano tassati con un'aliquota fissa del 10 per cento. Obama aveva parlato di cancellazione delle penalità. Anche l'eliminazione delle tasse sugli assegni di disoccupazione è una proposta che vede d'accordo i due rivali. Le affinità, però, si fermano qui.
Il senatore repubblicano ha attaccato la ricetta economica dell'avversario che, ha detto, vuole mantenere i posti di lavoro negli Stati Uniti assegnando crediti fiscali quando il modo migliore per creare lavoro sarebbe tagliare le aliquote sui redditi delle società che delocalizzano proprio per pagare meno. «Obama - ha detto McCain - alzerà le imposte. In questa situazione economica ciò vuol dire tarsformare la recessione in depressione».
Il veterano del Vietnam ha chiuso il comizio da combattente in difficoltà che non si arrende. «Sono americano e scelgo di combattere; alziamoci e lottiamo», ha urlato. Dietro gli slogan ci sono i dati. Nella regione di Philadelphia Obama ha il 20% di vantaggio tra gli elettori per i quali l'economia è al primo posto nella scelta del presidente. Nuove rilevazioni dell'Università di Quinnipiac mostrano il senatore afroamericano in testa in quattro Stati chiave: in Colorado di 9 punti (52 a 43%); in Michigan di 16 (54 a 38); in Minnesota di 11 (51 a 40) e in Wisconsin di ben 17 (54 a 37 per cento).
RealClear Politics - sito specializzato nella pubblicazione di sondaggi - mette in fila tutti i numeri della vittoria che sembra profilarsi. Cinque-sei punti di vantaggio a livello nazionale, cinque in Ohio e Florida. Sulle tv, intanto, imperversa il dibattito sull'unico fattore in grado di arrestare la corsa di Obama: il razzismo nascosto che non si ha il coraggio di dichiarare neppure in interviste anonime ma che condiziona il voto in cabina.

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