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Obama: sconti fiscali a chi assume

dal nostro inviato Roberta Miraglia

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14 ottobre 2008


Piovono promesse di aiuto per gli americani alle prese con la peggiore crisi finanziaria dalla Grande Depressione. Barack Obama ha presentato ieri un piano di sostegno per la classe media che «comincia con una parola in cima ai pensieri di tutti - ha esordito il senatore nel suo comizio in Ohio - e si pronuncia: J-O-B-S». Posti di lavoro. Il primo punto del piano dà sconti fiscali alle aziende che assumono; seguono stimoli ai consumi; una moratoria di tre mesi sui pignoramenti; un'operazione straordinaria, di Fed e Tesoro, per la concessione di crediti agli Stati e ai Comuni in difficoltà. Il senatore ha anche ribadito che il Tesoro «deve tenere aperte tutte le opzioni» per l'industria dell'auto in crisi. Il piano costerebbe 60 miliardi di dollari nei prossimi due anni, che si aggiungerebbero ai 115 miliardi di misure di rilancio dell'economia delineate l'estate scorsa.
La ricetta anti-recessione - che molti analisti hanno tuttavia definito modesta - è stata presentata dal candidato democratico a Toledo, Ohio, lo Stato industriale del Midwest dove la crisi economica ha colpito duro e che sarà determinante nell'assegnazione della Casa Bianca, il 4 novembre. Chi vince l'Ohio, è il ritornello degli esperti, vince la presidenza, come avvenne nel 2004 quando lo Stato, smentendo tutti i sondaggi, andò a George Bush.
La settimana scorsa, durante il dibattito in tv, John McCain aveva a sorpresa parlato di un piano da 300 miliardi di dollari per sostenere le famiglie in difficoltà con il pagamento delle rate di un prestito. Preso in contropiede, Obama ha incaricato Jason Furman, il suo consulente sull'economia, di studiare la controffensiva. Il piano, ha sottolineato ieri il senatore afroamericano, «sarà subito operativo e porterà sollievo immediato alla classe media», la spina dorsale del Paese che sta soffrendo un impoverimento senza precedenti ed è quindi pronta a cambiare orientamento politico. Per drenare l'emorragia di occupazione - in nove mesi l'America ha perso 750mila buste paga - il candidato democratico suggerisce di concedere alle aziende un credito fiscale fino a 3mila dollari per ogni posto di lavoro creato negli Stati Uniti nei prossimi due anni. Il secondo pilastro mira a sostenere i consumi. «I risparmi di una vita stanno scomparendo e le famiglie hanno bisogno di un po' di soldi in portafoglio per affrontare spese come l'acquisto del pc a un figlio. Un po' di cash per superare i tempi duri». Ai lavoratori, secondo il senatore, dovrebbe essere permesso di prelevare fino al 15% e non oltre 10mila dollari dai propri fondi pensione, senza alcuna penalità. Dovrebbero inoltre essere esentasse gli assegni di disoccupazione. Infine, per salvare le case dai pignoramenti Obama propone di imporre alle banche aiutate dal bailout una moratoria di 90 giorni durante i quali dovranno permettere ai debitori in buona fede di ristrutturare i propri mutui. Obama ha fatto anche appello al Tesoro perché rimetta in moto il mercato dei crediti individuali.
Il senatore di Chicago spera di capitalizzare con queste proposte il vantaggio regalatogli dalla crisi finanziaria. Il Washington Post ha pubblicato ieri l'ultimo sondaggio a livello nazionale. Obama è in testa di dieci punti percentuali su McCain, con il 53% delle preferenze rispetto al 43. E per la prima volta dall'inizio della campagna elettorale ha soffiato il primato a McCain su tasse e leadership politica. Ma a preoccupare il candidato repubblicano sono le situazioni locali: il Sud sembra tradirlo e il veterano del Vietnam ha dovuto precipitarsi, per rimontare un impensabile svantaggio, in Virginia e North Carolina, da sempre roccaforti del partito conservatore. L'ultima volta che la Virginia ha votato per un democratico risale al 1948. Quest'anno potrebbe fare il bis: Obama è risalito nei sondaggi e sarebbe in vantaggio del 6% sul rivale. Ma anche la North Carolina (dove Obama è lievemente in testa con un 1,2%) e la Florida (3,8% il vantaggio) sembrano oggi pendere a favore del candidato afroamericano.

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