"Sventola" la bandiera russa sul fondo marino sotto il Polo Nord geografico: i due mini-sottomarini che dovevano portare negli abissi la bandiera dentro una capsula di titanio hanno infatti toccato il fondale artico, a una profondità di 4.261 metri. Un'impresa mai tentata prima. L'atto simbolico scelto dalla Russia per rilanciare le proprie rivendicazioni territoriali nella regione artica è andato quindi a buon fine. Il rompighiaccio atomico Rossya, che apriva la strada alla nave dei ricercatori Akademik Federov, è arrivato a destinazione nel pomeriggio di mercoledì 1 agosto. Tutto è andato secondo i piani: una volta al Polo, dalla nave sono partite due mini-sottomarini con cui gli scienziati sono scesi sul fondale, 4.200 metri sotto i ghiacci. Il comandante del Mir-1, il primo sottomarino che ha raggiunto il fondo, ha comunicato: «Intorno a noi il suolo è di colore giallastro e non si vedono abitanti degli abissi marini». L'intera operazione è filmata dalla tv statale Vesti-24. Il momento più difficile sarà il ritorno in superficie: gli scienziati dovranno stare attenti a non perdere il punto di immersione, per non restare intrappolati sotto il ghiaccio. Ora dovrà proseguire la parte scientifica della missione con cui la Russia conta di trovare le prove per dimostrare che la dorsale Lomonosov - una catena montuosa sottomarina che attraversa la regione polare - è un'estensione del suo territorio continentale. In base alla Convenzione delle Nazioni Unite sulla Legge del mare, in questo modo diventerebbero russe 460mila miglia quadrate di fondale artico. Un territorio che nasconde riserve naturali per un valore stimato di 10 miliardi di tonnellate di petrolio e di gas che con lo scioglimento dei ghiacci in atto per il surriscaldamento del pianeta potrebbero presto essere utilizzabili.
I russi non sono gli unici ad aver messo gli occhi sul tesoro sepolto dell'Artico: anche la Danimarca vorrebbe dimostrare che la catena Lomonosov è una continuazione della Groenlandia, mentre Canada e Stati Uniti difendono la propria sovranità nella zona investendo in navi pattugliatrici e rompighiccio. Al momento, tuttavia, il Polo Nord è sotto la giurisdizione internazionale.