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2009 – Il nuovo Grande Gioco
Dall'Asia Centrale al Polo Nord

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Gasiera nel Mare del Nord

Quando il colonnello dell'intelligence britannica Arthur Connoly parlò per primo del "Great Game", il Grande Gioco, non poteva immaginare il successo che la sua definizione avrebbe avuto tra gli appassionati di geopolitica. Lo usò nel suo Viaggio in India attraverso Russia, Persia e Afghanistan, un volume che pubblicò presso l'editore Bentley di Londra nel 1834, e intendeva riferirsi alla fiera rivalità esplosa tra l'impero Britannico e quello di Russia per il controllo dell'Asia centrale, e naturalmente ai numerosi episodi da lui vissuti di quella guerra non dichiarata combattuta da servizi segreti e unità speciali.
A rendere celebre quell'espressione - che per Connoly era un codice operativo - ci avrebbe pensato qualche anno più tardi il bardo dell'India coloniale, il grande Ruyard Kipling. L'autore del Libro della Giungla e di altri romanzi di grande successo era nato in Pakistan in una classica famiglia coloniale e aveva spalancato alle fantasie della borghesia britannica i territori esotici del "Grande Gioco, appunto.
Quasi due secoli più tardi le cronache afgane ci ricordano che quel capitolo non è concluso. Proprio come toccò a Connelly, perdersi nell'incubo orografico delle montagne afgane mentre inseguiva i fedelissimi di Dost Mohammad con il suo 6° battaglione di fanteria leggera, oggi la caccia all'uomo simbolo del terrorismo anti-occidentale si perde all'ombra dell'Hindu Kush. Ma intanto si preparano nuove sfide.

Un nuovo Grande Gioco
Da qualche tempo c'è infatti un'altra zona del mondo che emerge dal silenzio passando prima per i rapporti riservati dei governi, l'Artico. E' un territorio di quasi 30 milioni di chilometri quadrati che abbraccia il tetto geografico del mondo dal Canada alla Russia, dalla Groenlandia all'Alaska. Metà terra e metà mare, ghiacciato per nove mesi l'anno, o così almeno è stato prima che l'innalzamento della temperatura iniziasse a ridisegnare lo scenario. E' lo spazio ritrovato del nuovo Grande Gioco, in versione polare, che proprio come quello di Kipling si fonda intorno all'azione di uomini che operano in grandi spazi per enormi interessi economici.

Idrocarburi, rotte commerciali e merluzzi
I dati raccolti dalla Società Geologica degli Stati Uniti e hanno dato l'ultima la scossa: intrappolati all'interno dei fondali artici, che si raggiungono a profondità comprese tra i 100 e gli oltre 4000 metri, ci sarebbe 90 miliardi equivalenti di barili di petrolio. Ci sono poi le rotte marittime degli esploratori, il mitico Passaggio a nord-est lungo la costa Russa e il suo "gemello" canadese sulla via di nord-ovest. Dopo aver intrappolato decine di grandi capitani del passato che avevano osato sfidarla, oggi la presa del ghiaccio si allenta e lascia riflettere su nuove prospettive. Il premio per l'armatore che riuscirà a coglierlo è chiaro: le 11.200 miglia marittime della rotta Yokohama-Rotterdam via Suez sono ridotte a 6.500 miglia attraverso il mare polare. Una terza ottima ragione per controllare il mare alle alte latitudini è la stessa che nel Rinascimento ha spinto i baschi a diventare grandi balenieri: il mercato de lpesce. Il bacino artico alimenta uno straordinario sistema ittico che già nel medioevo serviva i conventi dell'intera Europa e che oggi rappresenta una riserva alimentare strategica.

Grandi manovre
Chiusa la fase delle grandi esplorazioni, negli ultimi 50 anni l'Artico è stato il terreno di sfida della guerra segreta dei sottomarini nucleari. La spettacolare emersione di un battello nucleare nei pressi del Polo geografico bastava a segnalare una presenza saltuaria. Mentre le ragioni che spingono gli uomini a nord si moltiplicano le cose potrebbero cambiare. Intorno al Polo Nord - 100 anni dopo la conquista di Cook e Peary - si torna a combattere un conflitto segreto e discreto. Un Grande Gioco per assicurarsi le ricchezze dell'Artico in cui gli Stati Uniti d'America hanno assunto il ruolo che fu della Corona Britannica. Mosca, d'altra parte, vuole giocarsi la partita come compete al paese che detiene quasi il 50% delle coste ghiacciate. Nell'agosto del 2007 una spedizione benedetta dal Cremlino ha posto un tricolore russo a oltre 4 chilometri di profondità sotto il Polo Nord geografico. E' stata una rivendicazione nei confronti degli Stati uniti e dell'Europa: la sfida è stata dunque lanciata e le risposte non potranno farsi attendere.

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