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Gli Urali resistono a Oltre e la spedizione si ferma

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2 MARZO 2009

Oltre i sentieri battuti, al di là delle rotte frequentate, gli Urali fermano il sogno di Petter Johannesen e Gianni Maccagni. Volevano essere i primi – con i loro compagni di avventura - a raggiungere lo Stretto di Bering a bordo di normali veicoli gommati. Per farcela la carovana italiana contava sul ghiaccio e anche sul buran, il vento teso che spazza la pianura dell'artico russo lasciandola sgombra dai cumuli di neve. E' stata invece proprio la neve a rendere inattaccabili le piste degli Urali, fino a costringere Oltre, dopo parecchi tentativi, a ritornare lungo il proprio tracciato.

Urali - Il bollettino di Oltre
Lasciata Inta (Repubblica dei Komi, Russia settentrionale) alle prime ore del giorno del 27 febbraio la spedizione ha intrapreso quella che sembrava essere una pista percorribile, ma dopo alcune decine di chilometri dalla cittadina i mezzi hanno iniziato a sprofondare nella neve fresca e non c'è stato modo di procedere. Gli uomini – racconta Johannesen - hanno fatto tutto ciò che era umanamente possibile per trovare soluzioni alle condizioni ambientali, ma non c'è stato nulla da fare. Gli Urali si sono mostrati una catena montuosa estremamente ostica.

Ciò che ha reso il rimanente percorso impossibile da affrontare è stata la inusuale quantità di neve caduta nelle settimane precedenti all'arrivo di OLTRE e ciò in seguito alle temperature insolitamente elevate. Nei mesi di dicembre e gennaio infatti, le temperature lungo il sessantesimo parallelo nord scendono quasi costantemente sotto i 30°C, ma quest'anno sono risultate molto più elevate, al punto da toccare per diversi giorni consecutivi i -4°C. Per questo motivo il passaggio a nord degli Urali, sul pack, è risultato proibitivo perché quest'ultimo non è sufficientemente consistente da permettere il transito dei convogli e sul continente, le molte aree acquitrinose d'estate, che solitamente in inverno ghiacciano, quest'anno, sono rimaste in uno stato semi-acquitrinoso e dunque impercorribili.

Di fronte a tale situazione il capo spedizione Petter Johannesen, supportato a distanza da tutta l'organizzazione di OLTRE, ha cercato e tentato tutte le soluzioni possibili. Una di queste sarebbe stata quella di imbarcare i mezzi e gli uomini su un treno per superare l'ostacolo Urali, ma non sarebbe stato leale con gli intenti della spedizione: ripetere il Passaggio a Nord-Est su mezzi gommati. E così si è preferito tornare verso ovest. La decisione, sofferta, è risultata l'unica percorribile, anche perché le immagini ad elevata risoluzione ottenute dai satelliti non lasciano dubbi sulla mancanza di piste affrontabili dagli attuali mezzi. La spedizione sta così tornando su propri passi e quindi dovrà ancora affrontare condizioni estreme che ha trovato durante il tragitto di andata.

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