MONDO

 
 
 
 
HOME DEL DOSSIER
La spedizione day by day
Cronaca / Battaglia per l'Artico
Archivio polare / FOTO
Storia / L'esplorazione polare
Archivio polare / VIDEO

Vardo, Oltre l'ultima fortezza

di Gigi Donelli

commenti - |  Condividi su: Facebook Twitter|vota su OKNOtizie|Stampa l'articoloInvia l'articolo|DiminuisciIngrandisci
16 gennaio 2009

70 gradi di latitudine nord, un cielo rosa che annuncia la fine dei due mesi di notte polare e il mare solido sotto i colpi dei meno 27°C del mattino. La spedizione Oltre riparte da Vardø, un villaggio di 2mila anime nella contea di Finnmark, case sparse tra le rocce dove l'Europa si getta nell'Atlantico settentrionale. Bloccata per due settimane dalla burocrazia, Oltre si scrolla di dosso il ghiaccio accumulato nella sosta e si rimette finalmente in moto verso est. Vardø è l'ultimo lembo di Norvegia, estrema propaggine orientale con vista sulla Russia. Sorge su una piccola isola ed è unita alla terraferma da un tunnel di 3 chilometri che si chiama Ishavs, tunnel del Mar Glaciale Artico. Lo scavo è un'opera imponente per una manciata di persone che per secoli hanno usato il traghetto, ma è da un pezzo ormai che in questo nord un tempo poverissimo il governo norvegese di Oslo non bada più a spese: gli enormi introiti del petrolio autorizzano tutte le infrastrutture, anche in terreni e condizioni climatiche durissime.

Giurassic oil
Tutto si può fare a patto di restare lassù a guardia dei fondali, dove le rocce del giurassico affondate nel Mar di Norvegia sono ancora imbevute di oro nero. I 75mila abitanti della Finnmarka vanno coltivati uno a uno anche se tra Hammerfest, Vardo, Kirkeness e il capoluogo della contea Vadso, il profondo nord non è più da tempo quella terra di fame e migrazione che cent'anni rovesciava la sua scarsa popolazione oltre oceano. Ora a cercare fortuna in questa terra spoglia oltre il Circolo polare, sono i lavoratori russi del vicino oblast di Murmansk. Grazie a un accordo rinnovato poco prima di Natale, possono partecipare a quote fissate annualmente al banchetto nordico fatto di petrolio, pesca al merluzzo e persino di turismo stagionale.

Lungo il Fiume Caldo
Lontana dal mondo solamente in apparenza, Vardo è sempre stato un avamposto frequentato al capolinea della Corrente del Golfo. Nel 1737 si meritò persino l'edificazione di una fortezza per ordine diretto di re Cristiano VI, sovrano lontano di famiglia tedesca che se stava nella reggia di Copenaghen. Oggi la fortezza più settentrionale del mondo – costruita su una struttura precedente del XII secolo - è una tappa obbligata dei turisti che d'estate sbarcano a ondate dall'Hurtigruten, quasi al capolinea della rotta Bergen-Kirkenes. Sette giorni di navigazione sul postale inaugurato nel 1893, fino a 5 mesi d'inverno nel XVIII secolo quando il nord era ancora un mondo a parte. Costruirvi una fortezza era dunque una bella sfida ma con quell'edifico massiccio Cristiano aveva almeno due cose da dire: da un lato estendeva il suo potere a quei territori dai confini incerti e imponeva, manu militari, il rispetto della stavnsbånd, una legge molto discussa persino al tempo dell'assolutismo, perche obbligava i contadini a risiedere nella loro regione nativa e li rendeva così soggetti sia alla nobiltà locale che all'esercito.

Sulla via di Moscovia
D'altra parte l'avamposto armato serviva anche per vigilare sulla rotta orientale dove, dai tempi di Sebastiano Caboto, gli inglesi avevano spadroneggiato in acque scandinave assicurandosi la parte pregiata dei traffici di balene, morse e pellicce preziose raccolte tra il mare di Barents e la Moscovia. I rapporti difficili con Londra si sarebbero chiariti a cannonate, di fronte alla vicina Hammerfest, soltanto nel 1809 per poi confondersi tra accordi e riavvicinamenti quando a oriente la potenza russa iniziò a farsi sentire. Ancora nel 1826 l'estremo settore settentrionale del confine russo-norvegese era una zona ad amministrazione mista, cento anni dopo sarebbe diventata due volte una possibile chiave degli equilibri bellici. Prima come sede della flotta nazista del nord e poi - dopo aver ripreso a vivere intorno a un nucleo di 13 case sopravvissute ai bombardamenti alleati - come capolinea della Cortina di ferro.

I campi dell'oro
Oggi che la frontiera resta una zona capillarmente coperta dall'elettronica, la natura dei rapporti e delle controversie tra Oslo e Mosca si può misurare soprattutto lungo i confini. La reale posizione del fiordo di Petsamo o della penisola di Rybachi - che sono a 5mila km da Vienna ma anche a più di 2mila da Oslo - non avrebbero molto peso se quelle linee non fossero poi le pezze d'appoggio per definire a chi spetta lo sfruttamento dei campi petroliferi off-shore ma anche delle zone di pesca. Queste ultime, solo temporaneamente messe in ombra dalla grande corsa al barile, sono però destinate a pesare a lungo e sensibilmente sulla bilancia del mercato alimentare europeo, un po' come d'altra parte hanno fatto a vario titolo dal Medioevo in poi. Il merluzzo, vorace predatore che da secoli frequenta i mercati del sud in forma di stoccafisso, oggi rischia di diventare una rarità e a Oslo sanno che, mentre i consumi di pesce lievitano, ad ogni merluzzo norvegese consumato nel mercato interno ne vanno affiancati altri tre di origine extra-comunitaria. Per i norvegesi la questione è sensibile. D'altra parte se è vero che il motto stampato sul dollaro è da sempre "In God we Trust", c'è chi giura che da secoli nel cuore di ogni norvegese risuoni la sua versione scandinava: "In Cod (merluzzo) we Trust".

RISULTATI
0
0 VOTI
Stampa l'articoloInvia l'articolo | DiminuisciIngrandisci Condividi su: Facebook FacebookTwitter Twitter|Vota su OkNotizie OKNOtizie|Altri YahooLinkedInWikio

L'informazione del Sole 24 Ore sul tuo cellulare
Abbonati a
Inserisci qui il tuo numero
   
L'informazione del Sole 24 Ore nella tua e-mail
Inscriviti alla NEWSLETTER
Effettua il login o avvia la registrazione.
 
 
 
 
 
 
Cerca quotazione - Tempo Reale  
- Listino personale
- Portfolio
- Euribor
 
 
 
Oggi + Inviati + Visti + Votati
 

-Annunci-