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Dalla tangenziale al Polo. L'equipaggio di Oltre

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Trenta persone in tutto, di cui quattro donne e dieci alpini istruttori sono l'equipaggio che fino a metà marzo si alternerà su fuoristrada e furgoni sulla via del passaggio a nord-est, lungo le strade a volte solo immaginarie che portano da Capo Nord a Bering. Intorno a Petter Johannesen e a Gianni Maccagni, amici e sodali di una passione per l'avventura che si perde negli anni, si è raccolto un piccolo campione di naviganti-sognatori disponibili a concedersi tempi proibitivi per regalarsi un'avventura da ricordare per una vita. Un equipaggio formato - con poche eccezioni - da un gruppo di non professionisti, richiamati dall'appello lanciato in primavera da Petter Johannesen.

Vincenzo, 43 anni di Ascoli, un passato nell'attività commerciale di ricambi per fuoristrada, sogna un'attività di turismo sportivo da lanciare nelle sue Marche e vede nella sfida posta dalla spedizione una piattaforma di lancio, in primo luogo con sé stesso. Lanfranco, commercialista 55enne divide equamente la sua passione tra riquadri numeri e viaggi: la stagione del 730 è lontana, il figlio è grande, l'occasione di trascorrere 60 giorni nell'Artico imperdibile. Enzo, che guiderà uno dei furgoni, è un suo coetaneo che nella vita fa l'angelo custode di chi ha la sventura di fermarsi sulla pericolose tangenziali lombarde. Soccorritore autostradale, un vita sul camion partendo dalla Calabria, tra guasti ed incidenti sulla striscia di asfalto mutevole che incorona la città. Ora, quasi fosse una nemesi, è pronto a lanciarsi nel Grande Nord, attraverso lo spazio senza guard-rail dove al posto dell'asfalto c'è il ghiaccio.

Patrick è un maggiore degli alpini, il più alto in grado delle 10 penne nere Nella vita insegna le tecniche di arrampicata e di sci alpinismo ai suoi colleghi militari delle diverse forze armate. Marina e aeronautica per le teniche di sopravvivenza in montagna, corpi speciali non solamente italiani per l'intervento in alta quota. Qualche contro e molti pro, per un professionista di un mestiere sognato fin da piccolo dalle finestre della casa di Aosta. Nella vita anche addestramento nel nord, i campi della NATO tra i monti della Norvegia ma Oltre va appunto oltre e lui, che conosce il senso di una vita spartana, invita a prendere sul serio l'impatto del freddo.

Tra i giovani c'è Manuel, giovanissimo ingegnere: il viaggio e l'avventura sono una parte della sua motivazione ma c'è anche dell'altro. Prodotto genuino della generazione Erasmus ha partecipato a un challenge tra studenti europei finanziato da una grande azienda petrolifera che li ha sfidati a proporre soluzioni tecnologiche per avviare lo sfruttamento di un giacimento off-shore posto a 100km dalla costa e perennemente minacciato dal ghiaccio alla deriva. Segno dei tempi. Chi il ghiaccio l'ha visto davvero, e molto, è Maurizio, 38 anni di Bologna e fisico di mestiere a contratto per il Cnr. E' l'unico che conosce l'oscurità profonda e il freddo che toglie il fiato. Ha vissuto 13 mesi nella base antartica italo-francese di Concordia e quando pensa ai contratti a termine degli enti pubblici di ricerca con cui fa perennemente i conti si chiede da quale parte stia davvero la sfida.

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