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PIANO GEITHNER PER I TITOLI TOSSICI

Presentato il salva banche, Wall Street cade

di Mario Platero

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11 febbraio 2009

l segretario al Tesoro Tim Geithner e il suo nuovo piano che potrebbe raggiungere un valore complessivo di 2mila miliardi di dollari per stabilizzare il sistema bancario sono stati severamente bocciati ieri dal mercato, con l'indice S&P500 al ribasso di quasi il 5%. Geithner, al suo debutto davanti al grande pubblico e agli operatori mondiali, ha illustrato in un discorso drammatico un piano in quattro punti, il cosiddetto Tarp2, di cui si conosceva già molto sul piano concettuale. Ha anche introdotto uno "stress test", un programma di esami dei conti molto rigorosi per capire se la banca che riceverà gli aiuti è solida abbastanza da un punto di vista di bilancio per tornare a concedere prestiti. Uno dei problemi centrali che ha prodotto l'avvitamento dell'economia è infatti quello di una vera e propria paralisi dei mercati del credito.
Alla fine però il ministro del Tesoro americano non ha convinto per la mancanza di importanti dettagli su cui lo stesso presidente Barack Obama aveva creato aspettative nella conferenza stampa dell'altra notte, ma che alla fine non sono venuti. Come si è detto, la reazione in borsa è stata durissima. L'indice Dow Jones, che perdeva attorno all'1,5 % prima del discorso, è caduto in modo verticale, ha sfondato l'importante quota psicologica di quota 8.000 e ha chiuso a 7.888, pericolosamente vicino alla parte base della banda di oscillazione fra quota 7.500 e 9.600, che ha fatto da punto di riferimento per il mercato negli ultimi mesi. Il Nasdaq ha perso il 4,2% e l'S&P 500 ha perso il 4,91%.
Le quattro iniziative nuove che dovrebbero cambiare la rotta disastrosa su cui si è avviata la finanza americana erano già state ampiamente anticipate nel corso del fine settimana: un rafforzamento del capitale delle banche, un ruolo più incisivo della Fed per dare respiro ad alcune categorie di prestiti al consumo ( per studenti, per le auto per le carte di credito) inclusi nel suo programma Talf (Term Asset-Backed Security Loan Facility). Questo programma riceverà un fondo da 100 miliardi su cui la Fed potrà fare leva fino a mille miliardi. Il ministro ha confermato l'obiettivo di una incisiva ristrutturazione dei mutui immobiliari insolventi per aiutare i proprietari di casa in difficoltà. Ed ha annunciato formalmente che si aspetta un ruolo importante del capitale privato nell'operazione di riscatto dei titoli tossici dai portafogli bancari. Si costituirà una nuova struttura finanziaria che riceverà capitali pubblici per 500 miliardi di dollari, con altri 500 pronti ad essere erogati in un secondo tempo. Geithner ha anche sottolineato quanto l'amministrazione Obama sia determinata a guidare il Paese fuori da questa crisi. Ma nel discorso ha anche usato toni realistici, ha ammesso che vi saranno molti rischi di percorso: «…proteggeremo i fondi pubblici - ha detto - ma dobbiamo anche sapere che questo processo costerà danaro e richiederà tempo…Ma questa inziativa è inevitabile, perché l'alternativa - il costo implicito in un crollo del nostro sistema finanziario - sarebbe incalcolabile per l'America…in passato abbiamo dato messaggi incerti, oggi dobbiamo essere decisi e aggressivi».
Il discorso di Geithner è stato in effetti incisivo, il tono determinato, lo sguardo intenso, molto serio. Sul piano della retorica l'intervento è stato buono. Su quello della sostanza però, il segretario ha solo riassunto iniziative che già si conoscevano, senza dare dettagli chiave, in particolare sui meccanismi che riguardano due delle iniziative più importanti. La prima è qualla che si propone di rastrellare capitali privati in aggiunta ai fondi pubblici per acquistare titoli tossici: «L'iniziativa consentira di accelerare il ritorno dei privati nel mercato finanziario», ha detto Geithner. Ma se questi fondi privati non si trovassero? Dopo il discorso il dubbio è rimasto. Lo stesso è successo per il progetto di ristrutturazione dei mutui immobiliari di famiglie che oggi rischiano di perdere la casa:«…vi daremo i dettagli fra qualche settimana» si è limitato a dire Geithner. Ma questo non era il momento di rimandare i dettagli a un secondo tempo. Geithner ha così fatto gli stessi errori che imputava ai suoi predecessori: è stato vago e incerto. E ha sottovalutato la gravità della situazione economica e la fragilità di un mercato che oggi chiede certezze e dettagli molto precisi. Gli operatori insomma lo hanno bocciato non tanto per quel che ha detto ma per quel che non ha detto. Un lusso, quello della vaghezza, che oggi nessuno si può permettere.

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