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Tutti quei conti fatti a spanne

di Mario Platero

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31 gennaio 2009

Ricordo che ben prima prima dell'approvazione del progetto Tarp - Troubled Assets Relief Program (programma di aiuti per titoli tossici) - scrissi che il piano per rimettere in sesto il sistema bancario americano sarebbe costato almeno 3mila miliardi di dollari. Alcuni di voi mi scrissero, anche irritati: impossibile; una cifra arbitraria e troppo alta. In effetti il Tarp approvato poi dal Congresso fu di "soli" 700 miliardi di dollari. Ora, ad alcuni mesi dal Tarp, devo ammettere di aver sbagliato, ma per difetto. Dalle cifre più recenti credo che il pacchetto attuale - e non finale - potrà anche sfiorare i 4mila miliardi di dollari. Facciamo i conti. A parte il Tarp, la Fed ha già iniettato 800 miliardi di dollari di liquidità nel sistema per dare ossigeno al mercato del credito e ha rilevato 500 miliardi di dollari di prestiti dubbi di Fannie Mae e Freddie Mac. Sul conto Fed dunque ci sono già 1.300 miliardi di dollari. Il Tesoro americano ha deciso di garantire sia il portafoglio di Citi, per 300 miliardi di dollari e una parte di Bank of America, Tarp a parte. In questi giorni si discute del nuovo piano per creare una "bad bank" su cui dovrebbero confluire la maggioranza dei titoli tossici delle banche Usa. La cifra aggiuntiva da stanziare per finanziare questa operazione è stimata fra i mille e i 2mila miliardi di dollari.
Complessivamente dunque stiamo parlando di un minimo di 3.450 miliardi di dollari e un massimo di 4.450 miliardi di dollari. Sono sempre stime, ovviamente. Ormai aggiungere o togliere 80 miliardi di dollari (160mila miliardi delle nostre vecchie lire), è una questione da nulla. Ad esempio lo stanno facendo al Senato per portare il piano di stimoli per l'economia da 819 miliardi di dollari a 900 miliardi di dollari e includere un nuovo taglio fiscale per la Alternative Minimum Tax. Ma il margine di "fluttuazione" del costo a questo punto è identificato. Se fossero i circa 3.450 miliardi, a suo tempo non ci andai poi troppo lontano. Come? Il mio calcolo non era scientifico: quando ci fu la crisi delle casse di risparmio verso la metà degli anni 80, il conto per lo Stato fu di poco meno di 500 miliardi di dollari. Parlando con paio di analisti abbiamo fatto un po' di conti su inflazione e dimensione dei volumi attuali rispetto a quelli di allora e la risultante fu di circa 6 volte, dunque 3mila miliardi. Faccio male a parlare a spanne? Il problema è che lo stiano facendo anche al Tesoro e al Congresso. Che forse è più grave.

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