A quanto si apprende a Copenhagen, l'Enel, guidata da Fulvio Conti, avrebbe querelato Greenpeace per gli attacchi e le operazioni di disturbo degli ultimi due anni presso le sue centrali a carbone. La richiesta danni all'organizzazione ambientalista che s'è costruita una fama per le sue operazioni plateali, si aggirerebbe intorno a 1,6 milioni di euro, per aver causato l'interruzione (o la riduzione) dell'attività produttiva di diversi impianti di generazione: a Genova, a Brindisi e altrove. Una fonte dell'Enel, raggiunta in serata, non smentisce l'iniziativa giudiziaria. «Capiamo le proteste, ma l'indirizzo era quello sbagliato: in questo decennio, l'Enel ha ridotto le proprie emissioni di anidride carbonica del 35%». Fra l'altro, in occasione del vertice climatico di Copenhagen – popolato dalle imprese multinazionali, a cominciare da quelle che scommettono sulla nuova economia verde – l'Enel ha coperto con una pubblicità alcuni taxi della capitale danese. Il gruppo elettrico italiano non ha attività dirette in Danimarca, ma lo scenario internazionale del vertice è l'occasione giusta per farsi conoscere e professare la nuova "fede" verde.