Gli Stati Uniti hanno trovato un «accordo significativo» con Cina, India e Sudafrica alla conferenza sul clima a Copenhagen per limitare il riscaldamento globale a due gradi centigradi. «Un accordo significativo e senza precedenti che tuttavia non basta per la lotta al cambiamento climatico: c'è ancora molto da fare», ha detto il presidente Usa Barack Obama commentando l'intesa raggiunta. Si tratta di una «prima tappa», ha aggiunto un'altra fonte americana, «uno storico passo avanti», «base per progressi futuri».
Il compromesso è arrivato dopo una giornata convulsa, con riunioni informali, mosse diplomatiche e soprattutto la richiesta del presidente dell'Onu, Ban Ki-Mon, che ha invitato i leader a rimanere e proseguire il lavoro anche sabato. Ma l'intesa non soddisfa tutti. L'accordo raggiunto a Copenaghen non contiene infatti - riferiscono fonti - cifre sugli impegni di riduzione di Co2 nè a medio nè a lungo termine. Le uniche cifre citate riguardano gli impegni finanziari. Nelle ultime ore, è montata la delusione europea contro l'ipotesi di un accordo sul clima considerato «mediocre». «La Ue è pronta a concludere un accordo a Copenaghen. Ma sono soprattutto gli altri blocchi che devono muoversi. Gli Stati Uniti hanno fatto degli sforzi. La Cina non ancora», ha dichiarato il premier belga Yves Leterme, rilevando che per avere un accordo la Cina deve muoversi. È stata rinviata la conferenza stampa dell'Unione europea, che era prevista alle 23.00 do venerdì. «I leader europei insieme agli altri che dalla scorsa notte stanno negoziando un accordo finale stanno ancora finalizzando il testo», ha spiegato un portavoce della Ue. «Ciò richiede più tempo del previsto».