Londra – L'ultimo round se l'è guadagnato David Cameron e tanto basta per ricollocarlo saldamente in testa ai favori degli inglesi in attesa del voto del 6 maggio. Nelle auguste sale dell'università di Birmingham dove la Bbc aveva fatto piazzare il suo studio per il confronto finale fra i tre leader da dedicare ai temi chiave dell'economia, ha prevalso il capo dei Tory con un opinion polls che gli assegnava fino al 41% di preferenze (YouGov) lasciando il Liberaldemocratico a quota 32 e il premier laburista Gordon Brown a 25. Altri sondaggi sono stati meno generosi con i conservatori, ponendo Cameron e Clegg alla stessa quota, ma lasciando Brown ancora una volta distante terzo.
Il senso vero di quest'ultimo dibattito tv va letto più in chiave negativa che positiva. Più che una vittoria netta di Cameron sui due concorrenti è stata, infatti, la sconfitta decisa di Gordon Brown, sempre più relegato in terza posizione scenario previsto di una disfatta che il Labour, nella storia recente, non conosce da decenni. Lo scenario di un parlamento impiccato resta il prediletto dagli opinion maker e probabilmente anche dagli elettori con l'incerto delinearsi di una difficile, acrobatica, intesa fra Tory e LibDem. Eppure il confronto televisivo non era sembrato schiantare del tutto le chance di Gordon Brown. Il premier sul terreno a lui più familiare, quello del risanamento economico, era apparso come il più esperto, il più affidabile, il più preparato. Gli elettori ieri non hanno voluto ascoltare gli argomenti, hanno valutato la performance e in questa Gordon Brown è stato, come sempre, piuttosto disastroso. E tanto è bastato per suggerire ai più che altri cinque con l'attuale premier a Downing street sarebbero un errore. Considerazione fatale, se sarà confermata dai voti, per il futuro politico del primo ministro di Elisabetta II.
