Per i datori di lavoro privati, tranne quelli domestici, è istituito il libro unico del lavoro, in cui sono iscritti i dipendenti, i collaboratori e gli associati in partecipazione. È previsto che per ognuno siano indicati, tra l'altro: codice fiscale; qualifica e livello; retribuzione base; anzianità di servizio; posizioni assicurative; rimborsi spese; trattenute effettuate a qualsiasi titolo; detrazioni fiscali; dati relativi agli assegni per il nucleo familiare; prestazioni economiche ricevute da enti e istituti previdenziali; premi e compensi per gli straordinari. Il libro unico del lavoro deve contenere un calendario delle presenze in cui vanno evidenziati il numero di ore di lavoro eseguite da ogni lavoratore subordinato, le ore di straordinario, le eventuali assenze (anche senza retribuzione), le ferie e i riposi. Va compilato entro il 16 del mese successivo a quello di riferimento.
Le sanzioni per la mancata istituzione del libro (o per la sua messa in uso non conforme) si abbassano a 500-2.500 euro. Si può applicare di nuovo la diffida, per cui il datore di lavoro che ottempera può pagare la sanzione minima di 500 euro. L'omessa o infedele dichiarazione che ha ricadute sui trattamenti retributivi, previdenziali o fiscali, è punita con la sanzione amministrativa da 150 a 1.500 euro. Se i lavoratori interessati sono più di dieci si va da 500 a 3mila euro. Vanno trascritti nel libro anche i lavoratori a domicilio. Con l'istituzione del libro unico sono cancellati i libri paga e matricola