Poste Vita, diverse casse di categoria, Fondazioni, ma soprattutto la francese Axa e - in prospettiva - l'ipotesi di investitori stranieri, provenienti in particolare dall'area asiatica. Il management di F2i, negli ultimi mesi, ha lavorato per completare la raccolta del secondo fondo, che ammonta a circa 1,2 miliardi, di cui già 575 milioni già messi in cascina grazie al primo closing (che risale a un anno fa) e in questi giorni sono arrivati i primi risultati concreti.
Altri 100 milioni circa, come riportato dall'agenzia Radiocor, arrivano dall'Italia e in particolare da sei nuovi investitori: la Cassa dei Commercialisti, la Cassa Forense, Poste Vita, la Fondazione Cassa di Risparmio di Bolzano, la Fondazione con il Sud e il Fasc, cioè il Fondo degli agenti spedizionieri e corrieri. Questi soggetti avrebbero già ricevuto il benestare del consiglio di amministrazione del fondo per fare il proprio ingresso come investitori e a breve l'iter procedurale dovrebbe essere concluso. Il possibile impegno di Axa, che potrebbe quantificarsi in altri 100 milioni di euro circa, non vedrà invece una formalizzazione così a breve termine, ma le trattative sembrano ben avviate a fronte della disponibilità fornita dal colosso assicurativo d'Oltralpe. Ciò anche alla luce dei rapporti consolidati con il gruppo francese, con cui F2i negli anni scorsi ha rilevato in joint venture le reti gas in Italia di Enel, EOn e Gaz de France. L'ingresso di Axa potrebbe anche avvenire, in parte, per sostituire eventuali investitori che volessero uscire dal fondo, ma rappresenterebbe di per sé un evento significativo, visto che l'unico soggetto straniero presente in F2i, tra primo e secondo fondo, è Merrill Lynch. Tra i principali sponsor del fondo figurano le grandi banche italiane (Intesa Sanpaolo e UniCredit), le principali Fondazioni, le Casse di previdenza e Cassa Depositi e Prestiti.
La raccolta del secondo fondo di F2i, che si occuperà prevalentemente del settore waste to energy, di aeroporti e autostrade, potrebbe essere chiusa nella prima metà del 2014. Magari grazie all'apporto di investitori internazionali, in particolare di fondi sovrani del Far East. Non è un mistero che gli uomini di Vito Gamberale, negli ultimi mesi, abbiano svolto alcune missioni in quell'area geografica e forse, nel futuro prossimo, tutto questo lavoro potrebbe dare i frutti sperati.
Entro fine anno, invece, potrebbe essere chiusa la trattativa con Enel per rilevare il 14,8% della rete gas ancora in possesso del colosso elettrico nazionale. Le trattative sarebbero in fase avanzata e potrebbero concludersi per un valore attorno a 200 milioni di euro. Una cifra che potrebbe essere soggetta a qualche aggiustamento, ma in cui comunque rientrerà il rimborso del vendor loan da 72,5 milioni concesso nel settembre 2009 da Enel a F2i, quando quest'ultima rilevò la maggioranza della rete. In realtà, attualmente l'85% di Enel Rete Gas fa capo alla holding F2i Reti Italia, che a sua volta è controllata al 75% dal fondo guidato Gamberale e partecipata al 25% da Axa Private Equity. Per F2i l'operazione è la logica prosecuzione di una campagna di acquisizioni nelle reti gas, per Enel (che preferisce non commentare l'indiscrezione) un'operazione coerente con il programma di dismissioni da 6 miliardi finalizzato ad abbattere il debito.
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