PALERMO
Con due euro al giorno gli avvocati che rischiano l'espulsione dall'Albo perché fanno fatica a pagare i contributi, possono salvarsi. Il presidente della Cassa forense Alberto Bagnoli porta al XXII congresso dell'Associazione nazionale giovani avvocati (Aiga), che si chiude oggi a Palermo, quella che dovrebbe essere una buona notizia, dopo il grido d'allarme lanciato ieri dal presidente uscente dei giovani Dario Greco.
Secondo quest'ultimo l'articolo 21 della legge forense, con la doppia imposizione dell'iscrizione contestuale Cassa-Albo e la prova della continuità nello svolgimento della professione, è lo strumento per far diminuire il numero degli avvocati, che a febbraio scorso ha toccato quota 226mila: le nuove regole metterebbero fuori gioco dai 40mila ai 100mila professionisti.
Un'eventualità evitabile secondo Alberto Bagnoli: «La bozza che abbiamo messo a punto prevede per i primi 5 anni contributi ridotti della metà rispetto all'attuale minimo. Con due euro al giorno i giovani possono avere previdenza e sanità gratuita». I giovani non si sentono però rassicurati. «Non sono iscritta alla Cassa – Spiega Virginia Dentici 30 anni, civilista – e non capisco un sistema che vuole garantire una pensione a chi non ha lavoro». La situazione resta grave anche per chi è uscito dalla fascia protetta. «Sono iscritta da 13 anni – confida Chiara Salvato 38 anni civilista – e ogni mattina mi sveglio determinata a cancellarmi: guadagno pochissimo e non posso associarmi ad altri professionisti, visto che la legge me lo vieta. In compenso pago i contributi come Giulia Bongiorno».
Contro interventi a pioggia si pronuncia il vicepresidente dell'Organismo unitario dell'avvocatura Filippo Marciante: «Nel pensare agli sgravi dobbiamo tenere presente che esistono anche avvocati che “ereditano” lo studio paterno con la possibilità di guadagnare bene già dopo un anno». Qualcuno ammette di essere privilegiato. «Ho il padre avvocato e mi sono iscritta alla Cassa – confida Valentina Costanza di 39 anni, civilista – ma è un lusso che quasi nessuno dei miei colleghi si può permettere». La pensano così anche al vertice dell'Aiga. «Ammesso che con due euro al giorno il problema contributivo sia risolto – spiega Dario Greco – resta l'impossibilità di dimostrare la continuità dell'esercizio professionale per chi lavora, spesso in nero, alle dipendenze di un "dominus" che firma le cause e dispone del pacchetto clienti».
Il presidente del Consiglio nazionale forense Guido Alpa difende una riforma voluta fortemente dal Cnf, ma appoggiata da tutte le componenti dell'avvocatura, Aiga compresa, che hanno scelto il male minore rispetto al rischio di finire nel calderone con altri professionisti. E se i giovani vogliono le società multi professionali e il contratto per il “fantasma” di studio, Alpa li invita a un atto di coraggio: conquistarsi le “praterie” delle consulenze.
Famiglie, single, imprese e organismi no profit affidano la risoluzione dei loro problemi ad altre categorie professionali perché percepiscono l'avvocato solo come colui che si occupa dei conflitti. Il presidente del Cnf rassicura anche sul lavoro che si sta facendo per dare le “gambe” alla legge mettendo a punto i quattordici regolamenti che gli competono. Ma i giovani non si spostano dalle loro priorità: un contratto per chi ha come cliente unico lo studio legale per cui lavora, un'organizzazione manageriale degli uffici e l'apertura di nuove aree di mercato.
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IL QUADRO GENERALE
A fianco viene riportato lo stato dei lavori, al 14 ottobre, dei regolamenti di attuazione di competenza del Consiglio nazionale forense nell'ambito della nuova disciplina di ordinamento della professione. Dei quattordici riportati in tabella, due sono già in vigore (istituzione e modalità di tenuta dell'elenco delle associazioni forensi specialistiche più rappresentative; sportello per il cittadino). Altri 15 regolamenti sono di competenza del ministero della Giustizia, 5 dei consigli dell'Ordine degli avvocati e uno di competenza della Cassa forense e del ministero riguardante l'applicazione dell'articolo 21, cioè l'iscrizione contestuale all'Albo e alla Cassa forense. Il Governo ha anche tre deleghe: riordino della difesa d'ufficio, testo unico dell'avvocatura; società tra avvocati