Non solo l'inerzia dei professionisti. Anche parecchi dubbi pratici in questi mesi stanno frenando la diffusione della posta elettronica certificata. La Pec esiste già dal 2005, ma anche tra gli addetti ai lavori alcuni aspetti non sono ancora completamente chiari. Come risulta da questa panoramica sul rapporto tra ordini e Pec.
A partire dallo spam. La diffusione degli indirizzi su elenchi pubblici sta ingenerando in molti la convinzione che l'apertura di una casella Pec porti il pericolo di ricevere corrispondenza non richiesta.
Stesso problema per quanto riguarda la privacy: non tutti sono tranquilli sull'utilizzo che gestore e pubblica amministrazione faranno delle liste di caselle. C'è poi il nodo della sovrapposizione tra e-mail certificate della pubblica amministrazione e degli ordini di riferimento per gli iscritti che, pur facendo capo a un albo, sono anche integrati nelle strutture della Pa. Il caso più esemplare riguarda gli assistenti sociali, per l'80% dipendenti pubblici.
Allo stesso modo, molte perplessità riguardano il numero di operazioni che è opportuno fare con posta certificata. Meglio limitarsi alle comunicazioni ufficiali e ai documenti con un valore legale? Oppure usare la Pec come una normale casella di e-mail e farci passare tutta la propria corrispondenza elettronica?
© RIPRODUZIONE RISERVATA
CHIMICI Ancora in alto mare i professionisti iscritti all'ordine nazionale dei chimici per quanto riguarda la posta elettronica certificata. Su 10mila associati, a oggi solo 197 hanno comunicato all'organo nazionale l'attivazione di una Pec, mentre non si conosce il numero di quelli che hanno inviato la comunicazione ai singoli ordini provinciali.
Inoltre sono ancora pochissime le comunicazioni con l'ordine per le quali gli associati utilizzano una casella postale certificata, che riguardano per lo più le iscrizioni e le quote annuali.
Eppure l'organo nazionale ha agevolato i propri iscritti assegnando gratuitamente un indirizzo Pec presso un dominio proprio. Anche gli iscritti alla cassa di previdenza (Epap) possono usufruire, sempre gratuitamente, dell'e-mail certificata.
CONSULENTI DEL LAVORO I consulenti del lavoro che hanno già attivato e comunicato all'ordine un indirizzo di posta elettronica certificata sono circa 16mila, su un totale di 23.500 iscritti.
Gli aspetti tecnici della digitalizzazione vengono gestiti dalla società di servizi della categoria, Teleconsul.
La formazione degli associati, invece, viene portata avanti dai Consigli provinciali, che si occupano di organizzare incontri e seminari.
A tutti gli iscritti, poi, viene inviata perdiodicamente una newsletter specifica sul tema.
Oltre a essere stati attivati, i 16mila indirizzi di posta elettronica certificata sono regolarmente utilizzati dai professionisti.
Anche i Consigli provinciali hanno indirizzi attivi e li impiegano per tutte le comunicazioni ufficiali ai propri iscritti, risparmiando in questo modo sulle normali raccomandate.
DOTTORI COMMERCIALISTI L'ordine nazionale dei dottori commercialisti ancora non conosce il numero dei propri iscritti in possesso di un indirizzo di posta elettronica certificata.
I diversi organi regionali già da tempo hanno comunicato l'imminente data di scadenza agli oltre 110mila iscritti.
Da un'indagine effettuata a settembre emerge che circa il 50% degli ordini territoriali ha stipulato una convenzione per la fornitura agevolata o addirittura gratuita agli associati della Pec con il suffisso unico dell'ordine di appartenenza.
Anche il consiglio nazionale si è mosso con un'iniziativa simile: rilascerà infatti presso Postecom una casella di posta elettronica certificata gratuita agli iscritti che ne faranno richiesta.
La domanda dovrà essere inoltrata al consiglio nazionale attraverso un modulo firmato digitalmente.
FARMACISTI Quasi pronti i farmacisti italiani in vista della scadenza del 29 novembre sulla Pec: tutti i 17.500 titolari di farmacia privata hanno attivato e comunicato alla federazione nazionale degli ordini dei farmacisti il proprio indirizzo di posta certificato.
E la stessa federazione ha già creato una casella Pec per ogni registro protocollo, facendosi promotrice di tale obbligo anche presso gli ordini provinciali.
Situazione più complicata, invece, per gli iscritti che non hanno un esercizio proprio e lavorano in ospedale o collaborano presso altre farmacie.
La federazione ha intenzione di porre un quesito al ministero della Pubblica amministrazione per capire se anche quei professionisti dovranno adempiere all'obbligo della Pec in quanto dipendenti e non liberi professionisti.
CONTINUA ...»