ROMA
Per i 95.419 geometri in attività la partita delle liberalizzazioni giocata dal Governo Monti è soprattutto una grande occasione. Il presidente del Consiglio nazionale, Fausto Savoldi, sgombra subito il campo dallo scoglio delle tariffe e guarda oltre: «Siamo del tutto favorevoli all'abolizione di qualsiasi vincolo tariffario – ripete da quando è scoppiata la polemica – quello che ci interessa è cogliere questa occasione per riformare il nostro regolamento professionale».
A guidare l'attività del geometra in effetti è ancora oggi un regolamento del 1929, aggiornato nel 1944. Per Savoldi il «pacchetto liberalizzazioni» potrebbero mettere la parola fine alla annosa querelle con architetti e ingegneri sulla possibilità per i geometri di intervenire su edifici in cemento armato, seppure «di modesta entità». Una guerra che si trascina da anni, a colpi di sentenze e che rende incerti i confini dell'attività per tutti. «Con il nuovo regolamento cercheremo di definire il limite della modesta entità tenendo conto che la tecnologia nel frattempo si è evoluta» aggiunge il presidente. In realtà i geometri l'appiglio lo hanno già: «L'ha detto la legge di stabilità a dicembre che tutte le attività che non sono vietate devono ritenersi libere», puntualizza Savoldi.
Ma senza attendere i binari normativi il geometra, di fatto, ha già cambiato pelle. Non più solo il «professionista della misurazione» o il tecnico della costruzione; già oggi buona parte delle attività guardano alla tutela dell'ambiente e del paesaggio. Metà dei circa 100mila iscritti all'Ordine è abilitata a rilasciare la certificazione energetica, in tanti già puntano alla certificazione acustica, altro business del futuro. E crescono le opportunità sul fronte del recupero del verde abbandonato, della progettazione delle piste ciclabili. Insomma dal costruire al «costruito» con molta attenzione al recupero e al risanamento. «Questi nuovi sbocchi hanno attirato nella categoria anche le donne – commenta Savoldi – che ora rappresentano il 10% degli iscritti».
Del resto è la professione di geometra in sé che non conosce crisi: dal 2007 a oggi la Cassa della categoria è sopravvissuta allo scoppio della bolla immobiliare passando dai 93.487 iscritti ai 95.490 del 2010 (+2,14%). Di questi il 39% è fatto da giovani sotto i 40 anni.
Per loro l'Ordine sta pensando di facilitare l'accesso, ad esempio raddoppiando il numero di esami di abilitazione ogni anno.
Ma a riservare sempre nuove opportunità di mercato è di fatto la legge stessa: l'accastamento dei fabbricati rurali, ad esempio, ora prorogato per tutto il 2012 si tradurrà in un milione di pratiche in più. «E con la nuova Imu – immagina Savoldi – in molti ci chiameranno per calcolare l'esatta superficie degli immobili». Insomma del geometra non si fa a meno. Ma loro, i tecnici, stanno pagando comunque un prezzo alla crisi: «Il lavoro non è diminuito – conclude il presidente – ma i soldi sì: tutti, committenti pubblici e privati, ci pagano sempre più in ritardo e a farne le spese, tra l'altro, è il nostro sistema previdenziale».
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