Non è un paese per giovani e i professionisti non fanno eccezione. I compensi degli under 35 sono inferiori anche di un terzo rispetto alla media della categoria di appartenenza. Un gap molto ampio come emerge dallo studio del centro studi Adepp (l'associazione degli enti previdenziali privati) per Il Sole 24 Ore del lunedì. I dati si riferiscono agli imponibili medi previdenziali (e quindi non coincidono strettamente con i redditi indicati in Unico) dichiarati nel 2010 quando la crisi economica non era ancora così forte come quella che sta attanagliando ora gli studi professionali.
Se è comprensibile che un under 30 abbia compensi più limitati perché lavora da poco e non ha ancora un portafoglio clienti consolidato, risulta più critica la situazione dei 30-34enni. In alcuni casi i compensi sono addirittura un terzo della media di categoria, ma distanze significative si registrano anche per gli avvocati (con "incassi" inferiori in media del 61%) e per le professioni tecniche, dove i 30-34enni guadagnano anche la metà rispetto allo standard di riferimento. E la congiuntura economica potrebbe peggiorare questa situazione. La difficoltà a stare sul mercato e i tempi lunghi per l'attesa delle parcelle rischiano di allargare ulteriormente la forbice generazionale, anche perché le medie di categoria sono portate in alto dai professionisti più anziani. C'è anche un altro indicatore misurato dall'Adepp che deve far riflettere: la metà delle casse (8 su 16) ha registrato, tra il 2009 e il 2010, una riduzione degli iscritti sotto i 40 anni, mentre quasi il 20% ha avuto solo un mini-incremento (meno del 3%).
«Nel 2011 – spiega il presidente dell'Adepp, Andrea Camporese – uno studio su cinque ha chiuso i battenti e i redditi sono calati del 20%, con i giovani professionisti che, dopo cinque anni, guadagnano in media mille euro al mese». Quindi «dobbiamo pensare a un welfare che sappia rispondere alla crisi – aggiunge Camporese – individuando politiche attive per l'impiego da mettere in campo».
E Walter Anedda, presidente dell'ente di previdenza dei dottori commercialisti, sottolinea: «Chi inizia oggi entra in un mercato molto meno promettente rispetto a quello del passato». Nel suo caso «il numero degli iscritti alla cassa – continua – è in crescita, ma l'età media è alta, anche perché è previsto un tirocinio di tre anni. Confido che il trend delle iscrizioni cambi ora che la riforma delle professioni dimezza i tempi, portando a 18 mesi il tetto del tirocinio: i giovani potranno così iniziare prima a esercitare».
All'Enpam (l'ente di previdenza dei medici) «le iscrizioni aumentano in modo graduale – spiega il presidente, Alberto Oliveti – perché legate al numero chiuso nelle università». La vera novità è che «per più del 50% i nuovi iscritti sono donne: un dato di cui bisogna tenere conto per adeguare il sistema previdenziale nel lungo periodo, perché le donne vivono più degli uomini ma sono spesso costrette a una carriera meno brillante».
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I GIOVANI ISCRITTI ALLE CASSE
+8,2%
Nella sanità
In crescita, tra il 2009 e il 2010, i professionisti under 30 dell'area medica iscritti alle casse. Trainata dalla Cassa infermieri (+34,2%), la crescita oscilla tra +1% e +2,9% anche per medici, farmacisti, psicologi e veterinari
+7,1%
I biologi
Il buon andamento, tra il 2009 e il 2010, dei professionisti under 30 iscritti alla cassa dei biologi tiene positiva la media dell'area tecnica, compensando i segni meno dei geometri (-6,8%) e della cassa pluricategoriale Epap (-10,4%)
+2,1%
L'area economico-sociale
La crescita dei professionisti under 30 iscritti alle casse previdenziali dell'area economico-sociale è guidata dal boom dei consulenti del lavoro (+46,4%). Segno più (+1,1%) anche per la fascia d'età 30-39 anni
-23,6%
Gli avvocati
Di tanto è sceso il numero degli avvocati under 30 iscritti alla cassa. Gli iscritti da 30 a 39 anni segnano invece un -3,8 per cento, mentre salgono del 6,8% tra i 40 e i 49 anni. In calo (-19,7%) anche i giovani iscritti alla cassa del notariato